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Parco della Costa tenendo conto del Porto e delle esigenze degli imprenditori

La rete portuale invia le osservazioni riguardanti la perimetrazione dell'amministrazione comunale

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La rete portuale di Ortona non è contraria al Parco della Costa Teatina ma nello stesso tempo non vuole che il Porto sia stretto in una perimetrazione, proposta dell'amministrazione comunale, che di fatto lo circonda e lo isola rispetto al resto del territorio, minando, probabilmente,lo sviluppo futuro delle realtà produttive esistenti.

“Pensare che il Porto di Ortona”, spiega il presidente della rete portuale, Barbara Napoliello, “possa ipotizzare un ulteriore sviluppo in termini di traffici e di attività portuali e industriali connesse, nello scenario presentato da questa perimetrazione è assolutamente utopistico, poiché sono anni che gli esperti di intermodalità e gli stessi operatori portuali lavorano per concretizzare la realizzazione di un retroporto che potrebbe davvero rappresentare il salto di qualità per l'area. L'inclusione nella perimetrazione del sedime ferroviario e dell'attuale stazione, ubicati proprio a confine con la principale arteria di accesso all'area portuale, Via Cervana, significa di fatto bloccare qualsiasi progetto futuro in tal senso e soprattutto minare le attuali attività che oggi interessano proprio quell'area. Oltre al fatto che tale perimetrazione non tiene in considerazione il redigendo Piano Regolatore Portuale che considera invece tutta l'area ferroviaria come possibile area da riqualificare a servizio del Porto”.

La rete che racchiude molti operatori portuali locali ha presentato le proprie osservazioni alla proposta di perimetrazione che l'Amministrazione del sindaco Vicenzo D'Ottavio ha pubblicato sul sito internet istituzionale del Comune, delibera e cartografia, prima di discutere della stessa nel consiglio comunale che dovrebbe essere convocato a breve. Successivamente, la proposta del Comune di Ortona deve essere inviata alla Regione Abruzzo, così come le altre degli altri Comuni costieri interessati al Parco, entro il 30 giugno. La Regione, infine, dopo aver sentite le Municipalità, invierà la propria proposta parco al Ministero competente.

“Per quanto riguarda l'area industriale”, conclude Napoliello,” la perimetrazione, che interessa i corsi d'acqua che la circondano, andando così a tutelare porzioni di territorio che di fatto già lo erano in virtù di normative precedenti, sembra del tutto arbitraria, poiché non si è utilizzato come criterio quello del passaggio dei suddetti corsi sul territorio comunale. Infatti la perimetrazione in oggetto nel caso del Fosso Riccio arriva fino all'area industriale di Tamarete e Sant'Elena, e lascia invece libere le attività industriali site più avanti sull'asse Marrucina. Anche in tal senso riteniamo che si dovrebbe prestare maggiore attenzione alle tante attività che operano in  contrada Tamarete e contrada Sant'Elena”.

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