Nell’Abruzzo della prima repubblica e nella sua classe dirigente, nata dopo il giugno del 1970 con le prime elezioni regionali, certamente una collocazione di primo piano spetta a Nino Pace, un uomo politico a tutto tondo, con una grande popolarità ed un vasto consenso elettorale che per oltre un quarto di secolo ha svolto un ruolo importantissimo nelle scelte politiche regionali e di cui ricorrono i venticinque anni della prematura scomparsa. Nino Pace è deceduto, infatti, il 16 agosto 1999 dopo lunga malattia. Fu così interrotto, purtroppo, un impegno politico ed amministrativo che avrebbe potuto dare alla sua Ortona,alla provincia di Chieti, ma soprattutto all’Abruzzo, un grande slancio in termini di nuove opportunità di sviluppo.
Nino Pace era un amministratore concreto e preparato, grandissimo lavoratore, davvero instancabile, con una grande disponibilità al confronto con gli altri, una notevole passione e visione politica. Queste qualità gli facevano avere anche il rispetto degli avversari; cosa non facile, in un periodo di grandi passioni e tensioni politiche, negli anni ottanta e novanta del secolo scorso, soprattutto a sinistra, tra socialisti e comunisti.
E’ stato presidente del Consiglio Regionale,Vice Presidente della Giunta Regionale con le presidenze della Nenna D’Antonio e di Emilio Mattucci, Assessore Regionale al Lavoro, ai Trasporti, al Commercio, Industria ed Artigianato settori nei quali ha lasciato una grande eredità di provvedimenti legislativi ed iniziative concrete che produssero un loro grande sviluppo.
Ma è soprattutto come Assessore Regionale al Lavoro (una delega che lui volle fortemente istituire) che Nino Pace caratterizzò il suo impegno negli anni ottanta, essendo concretamente e fattivamente presente in tutte le più grandi crisi industriali della nostra regione: dai problemi della Val Pescara: la Farad, la Cir, la Iac, la Fusac alla Monti, all’Italtel. Partecipava alle assemblee aperte di fabbrica insieme a cgil cisl uil. Lui, assessore regionale socialista che osava sfidare sul versante dei rapporti con gli operai lo stesso PCI, ottenendo consensi e risultati. E’ un periodo che come sindacalista socialista della cgil ricordo come un momento davvero straordinario ed unico. Sempre in quel periodo collochiamo la Conferenza Regionale sull’Occupazione e sulle Partecipazioni Statali con la presenza di Gianni De Michelis.
Anche nei momenti successivi, il suo legame con il mondo del lavoro non è mai venuto meno. Da Presidente del Consiglio Regionale, appena eletto, venne in visita alle sedi regionali di CGIL CISL UIL.
Ma è nelle campagne elettorali che Nino Pace, a mio modo di vedere, dava il meglio di sé. Ricordo i suoi comizi oceanici nella Piazza della Repubblica di Ortona, con la sua oratoria trascinante ed incisiva. Negli appuntamenti elettorali riusciva a tenere in poche settimane anche ottanta, novanta comizi per tutto il territorio di Ortona (suo collegio elettorale), ma anche nei maggiori centri della provincia di Chieti ed anche dell’Abruzzo. Quando si arrivava al venerdì prima del voto giungeva sempre quasi afono e stremato dallo straordinario impegno fisico profuso. Un grande catalizzatore di consensi elettorali, nella sua città Ortona il PSI arrivò al 30%, ma anche nella provincia di Chieti ed in Abruzzo, grazie anche al suo contributo elettorale, i socialisti si posero concretamente come terzo polo rispetto alla DC ed al PCI, cioè da protagonisti non subalterni.
Entrato nel PSI nel 1976, alla vigilia del Midas di Bettino Craxi, dopo l’esperienza nel PSDI, Nino Pace è stato Segretario Regionale del PSI, amico di Paolo Pillitteri e collocato con la sinistra socialista nel PSI con un grande rapporto personale con Claudio Signorile e Gianni De Michelis.
Nel 1975 divenne sindaco di Ortona guidando la prima giunta di sinistra con il PSI,il PSDI, il PCI ed il PRI dando inizio ad una stagione amministrativa per la città, caratterizzate successivamente dalle giunte Bernabeo e Moro, tra le migliori della città adriatica. Grande impegno anche per lo sviluppo del porto di Ortona, con i primi finanziamenti FIO e con la legge regionale ad hoc come “scalo industriale della regione Abruzzo”.
Infine mi preme sottolineare il modus operandi politico, davvero unico, di Nino Pace: quand’era assessore regionale arrivava in ufficio alla regione alle 7,30 del mattino. Vi rimaneva fino alle 16,30, senza alcuna pausa pranzo, poi si trasferiva nel suo studio di Ortona dove riceveva una grande quantità di persone, fino alle venti e trenta, ventuno dove andava alle riunioni delle sezioni socialiste del territorio o della Federazione del PSI di Chieti per tornare a casa a notte inoltrata. Ricordo che la grande quantità e complessità della sua attività, a volte, metteva seriamente in crisi anche il suo staff di segreteria. Nino Pace era sempre disponibile con gli altri; ascoltava tutti e personalmente l’ho visto, molte volte, aiutare concretamente chi si trovava in difficoltà.
Come ha sostenuto lo scrittore Oscar Wilde “la memoria è il diario che ciascuno di noi porta sempre con sè”. E nel diario della mia memoria personale, ma dei tantissimi che l’hanno conosciuto ed apprezzato Nino Pace occupa un posto di primaria grandezza!
In conclusione, io credo che proprio per il difficile e confuso momento politico che viviamo,nel nostro Paese ed anche nella nostra Regione, in particolare con il grave disegno e progetto di divisione portato avanti dal governo Meloni sull’autonomia differenziata, recuperare, valorizzare ed attualizzare la memoria della lezione politica ed umana di uomini politici come Nino Pace può certamente indicarci la strada giusta per uscire dalle attuali difficoltà.
Nicola Primavera
Ex sindacalista
Vice Segretario Regionale P.S.I.