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Il Vescovo Emidio Cipollone apre il Giubileo a Lanciano

Riti d'apertura dell'anno santo in tutte le diocesi della regione

redazione
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L'apertura dell'Anno Santo sarà celebrata oggi in Abruzzo con numerose funzioni religiose che interessano le quattro province.

A Lanciano, l'appuntamento è per le 17, davanti alla Chiesa di Santa Lucia in corso Roma con monsignor Emidio Cipollone. Alle 17.30 liturgia iniziale e annuncio del giubileo, poi processione fino alla cattedrale della Madonna del Ponte dove alle 18 ci sarà la santa messa pontificale di apertura dell’anno santo nell’arcidiocesi. Per l’occasione, nei giorni scorsi, monsignor Emidio Cipollone ha firmato il decreto di sospensione delle messe vespertine del 29 dicembre nella diocesi. Il Giubileo, il 28 dicembre 2025, sarà chiuso nella cattedrale di San Tommaso ad Ortona.

Il Papa invita a farci pellegrini, annunciatori e testimoni di speranza” ha sottolineato Cipollone nei giorni scorsi “e ci invita a farlo come comunità nella corresponsabilità e nella comunione. Egli ci ricorda che la speranza non si può vivere come virtù egoista e che non si può ottenere da soli ma insieme, camminando insieme su un percorso che richiede anche molta pazienza. Il pellegrinaggio a piedi, ci dice Papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo, favorisce molto la riscoperta del valore del silenzio, della fatica, dell'essenzialità e il nostro pellegrinaggio della Squilla possiamo davvero considerarlo un "antipasto", un anticipo giubilare".

Cipollone ha ricordato che il Santo Padre ci chiede di diventare segni tangibili di speranza per i fratelli e le sorelle che vivono situazioni di disagio: “A tutti dobbiamo far recuperare il desiderio di vivere e di trasmettere la vita e, nello stesso tempo, di credere e di scommettere sulla pace nel mondo. Per questo dobbiamo evitare un rischio gravissimo: l’abitudine. Il pensare che, in fondo, la Squilla e il Natale di quest'anno sono uguali allo scorso anno e a tutti gli anni. L’abitudine fa perdere significato a tutto, anche alla Squilla, anche al Natale. Se la evitiamo e siamo capaci di fare punto e a capo e accogliamo il loro significato più profondo e vero, questo ci cambia la vita. Noi, infatti, vogliamo fare Natale, non soltanto celebrarlo; vogliamo vivere la Squilla, non soltanto rievocarla; vogliamo accogliere, in terra, le “sorprese” del cielo”. 

Ed ecco altre tre parole guida: accoglienza, gioia e pace. “Gesù non è stato accolto da tutti, anche lui ha sperimentato il dramma dell’incomprensione e dell’indifferenza”, dice il vescovo. “Almeno in occasione della Squilla e del Natale dovremmo pensare al desiderio di Dio: ogni uomo che nasce abbia un posto accogliente in cui sentirsi amato e il calore necessario per vincere il freddo dell’indifferenza. Poi c’è la gioia: è l’annuncio degli angeli ai pastori. La vera gioia viene sempre dall'altro, nasce dall’essere visitati e quello che la Squilla e il Natale ci ricordano è che non è una visita qualunque: viene il Signore che porta in dono la vera vita e la vera gioia, che scaccia la tristezza spesso figlia di gioie false ed effimere. Infine la pace: donata a tutti perché Dio ama tutti i suoi figli. Portiamo, perciò, a tutti la pace del Signore, pienezza di ogni dono possibile; portiamo a tutti la benedizione di Gesù, iniziando a "dire bene" ed evitando di dire male, cioè iniziando a bene-dire ed evitando di "male-dire", come il Papa ha ricordato anche agli operatori della Curia Romana. Ricordiamo infine che il Natale è speranza e che l'unica speranza che non confonde e non delude è Gesù”. 

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