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L'incontro con il Piccolo Principe su una panchina Ortonese

L'iniziativa di bookcrossing di una giovane studentessa del liceo classico G.B.Vico

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In un lunedì di luglio particolarmente assolato, mi imbatto in Emma (nome di fantasia), una studentessa di 17 anni iscritta al Liceo Classico G.B.Vico di Ortona, intenta a scrivere una lettera da inserire in un libro lasciato poi su una panchina di Piazza San Giuseppe. Decido di capire qualcosa in più ed Emma inizia a parlarmi entusiasta di un progetto sociale e culturale in voga da anni soprattutto nelle grandi capitali europee che prende il nome di bookcrossing

Marianna: «Emma, innanzitutto ti ringrazio per aver accettato di parlare del tuo progetto, prima di iniziare a discutere della tua personale idea di bookcrossing vorrei che ci spiegassi  qual è il significato generale del termine e del progetto».

Emma: «Grazie a te è un piacere condividere la mia idea. Il termine bookcrossing deriva da bookcrossing.com, un gruppo senza scopo di lucro di libri on-line fondato nel 2001. Ad oggi in Italia per entrare nel giro del bookcrossing  ci si deve registrare al sito bookcrossing italiano e inserire il titolo dell'opera che si vuole condividere e dargli un codice. In seguito bisogna scrivere una lettera in cui spieghi cos'è l'iniziativa del bookcrossing e parlare un po' di te. Ma l'idea alla base non nasce con internet, nasce dall'esigenza di condividere un libro che ti è piaciuto lasciando che con il passaggio da una persona ad un'altra, da un luogo ad un altro, possa compiere un viaggio, il più libero e più lungo possibile»

M: «Quali sono le differenze tra il progetto tradizionale e quello che vuoi contribuire a lanciare?»

E: «La differenza principale direi che è quella di non iscrivere il libro su nessun sito, di non dare ad esso un codice, di non relegarlo in nessun archivio. Vorrei che si tornasse alla vera natura del bookcrossing, ovvero quella di “liberare” un libro dalla sacralità di una libreria personale, o di un archivio virtuale con tanto di codice annesso»

M: «Ritieni dunque che la dimensione virtuale da un lato sia riuscita a dare una maggiore visibilità all'iniziativa ma dall'altro abbia contribuito a schematizzarla?»

E: «In un certo senso sì, vorrei che non ci fossero costrizioni né schemi, se possibile vorrei tornare al lato romantico dell'iniziativa, un libro lasciato su una panchina, un pensiero scritto su un biglietto, un passante che lo trova per caso e che decide dove e come far ricominciare il viaggio al libro in completa libertà, senza doverne parlare su un forum e doverne tracciare il viaggio e la mappa su un sito stabilito».

M: «Il libro che hai scelto per dare inizio al tuo progetto è un cult, Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry, c'è un motivo particolare?»

E: «Il motivo è soprattutto personale, è il libro che in assoluto ho letto più volte ed è il primo che mi ha fatto piangere, oltre a questo credo sia un libro adatto a grandi e bambini».

M: «Arriviamo alla scelta del luogo, perchè piazza San Giuseppe?»

E: «Non  c'è un motivo particolare ma l'immagine di una signora che esce dalla messa e si imbatte nel libro o di un ragazzino che lo trova dopo una partita a pallone mi piace e mi incuriosisce».

M: «Prima di concludere vorrei chiederti se anche la scelta del tuo nome di fantasia ha un legame con qualche libro o autore. Mi viene in mente Flaubert».

E: «Esatto! Hai avuto la giusta intuizione, ho scelto il nome di Emma Bovary, un personaggio femminile che amo».

M: «Emma, concludiamo la chiacchierata ringraziandoti per averci parlato della tua iniziativa e condividendo il tuo pensiero, ti auguro che Il Piccolo Principe possa volare lontano».

E: «Lo spero vivamente! E ringrazio te per la bella chiacchierata».

Al termine dell'incontro Il Piccolo Principe rimane lì sulla panchina, Antoine de Saint-Exupéry scriveva così «sei anni fa ebbi un incidente col mio aeroplano nel deserto del Sahara [... ] fu così che feci la conoscenza del piccolo principe». Ed è in maniera altrettanto casuale, che immaginiamo l'incontro di un bambino, di un signore, di una mamma con quest'opera. Un libro che aspetta solo di essere sfogliato, di incrociare un'altra vita, di continuare il suo viaggio.

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