Alle ore 11:00 di questa mattina, il Mons. Emidio Cipollone, Arcivescovo della Diocesi di Lanciano-Ortona, ha celebrato una S. Messa solenne alla presenza di Sindaci e delegazioni dei comuni di Ortona e Lanciano con i rispettivi gonfaloni. Presenti anche i ragazzi delle scuole di Ortona. La celebrazione è in ricordo del Lodo scritto da S. Giovanni da Capestrano, che pose le basi per l'inizio di un'intesa di fraterna collaborazione fra le due cittadinanze ed i rispettivi territori nel lontano 17 febbraio 1427.
Cenni Storici
Si narra che tutto ebbe inizio la notte del 4 ottobre 1250: fu data alle fiamme una nave lancianese attraccata al porto di Ortona, alla qual cosa seguìrono reazioni da parte di Lanciano, le cui istanze non furono ascoltate. Iniziava quindi una lunga serie di atti di ritorsione da entrambe le parti. L'anno seguente, gli ortonesi aumentarono le tasse portuali fino a rispedire indietro tutte le navi dei mercanti stranieri che dovevano recarsi alle Fiere di Lanciano. Il danno economico e di immagine fu tale da spingere i lancianesi a portare un attacco ad Ortona incendiando le porte della città e riuscendo anche a prendere in ostaggio alcuni ortonesi.
Sul fiume Feltrino seguì un durissimo scontro armato fra le opposte fazioni. I lancianesi ricacciarono indietro i soldati di Ortona e riuscirono a catturarne sette a cui tagliarono il naso e le orecchie mostrandoli come trofei per tutta la città. Poi, davanti al Palazzo del Governatore, eressero la famosa "Colonna della Vendetta", usando calce impastata con il sangue degli ortonesi. Ancora visibile all'inizio della salita di Corso Roma dove fu successivamente trasferita.
Il 1427 è l'anno del famoso "Lodo" di Giovanni da Capestrano, un frate famoso per alcuni miracoli e per la grande capacità oratoria. Giunto a Lanciano il 6 dicembre del 1426 viene a conoscenza della disputa in corso e riesce a creare le condizioni per una soluzione diplomatica della controversia. L'accordo fu raggiunto e il 17 febbraio 1427, Giovanni da Capestrano si recò ad Ortona. Il "Lodo" fu pronunciato sulla tomba di S. Tommaso Apostolo nell'omonima chiesa alla presenza di molti cittadini di Lanciano, Ortona e San Vito, città scelta dai lancianesi per la costruzione di un porto alternativo a quello ortonese. Come garante "super partes" fu chiamato il Giustiziere dell'Abruzzo Ultra Francesco Salimbeni di Siena. San Vito era rappresentato dall'abate di San Giovanni in Venere Matteo de Letto.A redigere il "Lodo", di cui esistono varie versioni, Cicco di Memmo di Rosato, notaio di Ortona.