Bufera in Abruzzo in casa M5S. Il consigliere regionale, Ludovico Bracco è stato sospeso dal movimento per aver accettato l'offerta di entrare in giunta con delega alla cultura fattagli dal governatore, l'esponente del Pd Luciano D'Alfonso. Il fatto è avvenuto nel consiglio regionale del 10 marzo, a inizio lavori (leggi...).
Subito gli altri consiglieri del M5S chiedono le dimissioni del loro compagno. «Quello che è per noi importante sottolineare - dicono - è che nel M5S non è assolutamente contemplata la possibilità di far parte, contemporaneamente, della maggioranza e dell'opposizione o, per meglio dire, di tenere un piede in due scarpe. Essere del M5S non è facile. Ci sono delle regole e dei principi che vanno rispettati. Nessun personalismo, si decide in assemblea, si rispettano le decisioni del gruppo» dichiara Sara Marcozzi, ex candidata presidente alla regione ed esponente grillina in consiglio regionale.
Lapidario il Presidente regionale di Forza Italia ed ex presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano: «La scelta di assegnare la delega alla cultura a un Consigliere regionale del M5S, e dunque a un componente di minoranza, non ci meraviglia affatto: è la solita politica che ha sempre contraddistinto il Presidente D'Alfonso. Anche in Consiglio regionale, da oggi, si è aperta ufficialmente la campagna acquisti del Presidente per un solo obiettivo: rimanere a galla».
«Sono stato sospeso, ma non mi dimetto dal gruppo perché ho rispetto della gente che mi ha votato. A me interessa la collettività , non fare guerre personali come i miei cinque colleghi». Non abbassa la guardia il consigliere regionale del movimento cinque stelle Leandro Bracco dopo la sospensione decretata dal leader Grillo seguita al suo sì alla proposta di delega alla cultura.
Un'accettazione «a patto che rimanga nel movimento cinque stelle», fatto che ha scatenato la reazione dei cinque componenti del gruppo grillino che ieri ha chiesto le dimissioni di Bracco che già nei mesi scorsi era stato accostato al Pd e all'interno del movimento vicino alle posizioni del sindaco di Parma Pizzarotti. Ma oggi le polemiche non accennano a rientrare perché Bracco attacca i suoi colleghi.
«Sono colpito dalla cecità di strategia politica dei miei colleghi, abbiamo la possibilità di ricevere una delega importante come la cultura pur rimanendo ognuno nel proprio ruolo - spiega ancora Bracco - e anziché pensare ai benefici per la collettività fanno prevalere l'invidia nei miei confronti per questa nomina e le logiche di partito attaccandomi personalmente. A muovere le mie decisioni è solo il pensiero di meritare la fiducia dei 145 mila che ci hanno votato e coloro che hanno votato me - chiarisce Bracco il quale sottolinea che andrà avanti senza problemi- disponibile a spiegare le mie ragioni e difendermi fino alla fine ai probiviri».