Tommaso Coletti torna a lavorare in Provincia, nella veste di consigliere attivo del Governo Pupillo, anche sindaco di Lanciano. Il senatore mette in luce 3-4 opere su Ortona incompiute o addirittura mai partite, ma che portano la sua firma quando ricopriva il ruolo di presidente della Provincia di Chieti.
“L'opera, della Provincia, più importante e rimasta incompiuta è la bretella che collega il Porto e l'A14”, spiega il consigliere Coletti, “servono ancora due milioni di euro per completarla. I lavori ancora da fare riguardano il manto stradale, segnaletica e varie. Il problema è che non ci sono soldi in bilancio, perciò la nostra intenzione è quella di coinvolgere l'Anas o la Regione Abruzzo, dipende a chi rispondere positivamente alla nostra richiesta, per il completamento della bretella, mettendoci i soldi”.
Coletti pone l'attenzione su altri interventi da fare in città: rotonda uscita autostradale e rotonda Statale 16 uscita galleria Saraceni. Inoltre, metterà in sicurezza la rotonda del Carro Armato (intervento sollecitato recentemente dal consigliere comunale del Pd Marco Uccelli) e sistemerà la strada dal casello autostradale alla cantina sociale, ridotta a un “colabrodo”, che non è un bel biglietto da visita per la città. Provvederà anche anche alla sistemazione delle strade a contrada Colombo, Cristo Re.
Coletti rende noto che quando era presidente della Provincia aveva avviato tutto per realizzare anche a Ortona una Casa famiglia per minori abbandonati, ma successivamente non è stato portato avanti il progetto. “Voglio riprendere questa cosa”, aggiunge, “anche perchè ci sono 320mila euro già impegnati di cui 120mila euro della Provincia, il resto Fondi Cipe. La struttura potrebbe essere realizzata, magari, ristrutturando l'ex scuola sul mare, al Riccio, di nostra proprietà.... è solo un'idea”.
Infine, Coletti illustra un progetto sconosciuto a più: la realizzazione del “Museo delle Religioni” all'Episcopato a San Tommaso, che ha avviato nel 2008. “I fondi per il museo già sono disponibili: 300mila euro, c'è anche la ditta, manca l'accordo con la Curia”.