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La lettera del giornalista Maurizio Piccinino all’avvocato Peppino Polidori - Consigliere Comunale di Ortona

Maurizio Piccinino a Peppino Polidori: “ C’è ad Ortona un silenzio su troppe cose “

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Gentile avvocato, una volta l’anno chiedo a lei ospitalità per alcune riflessioni. L’ho fatto ad inizio 2020 le faccio ora a fine 2021.

Il porto

Da quello che scrissi a lei nel marzo 2020 nacque anche una vicenda giudiziaria. Una inchiesta della procura di Chieti sul traffico di migliaia di tonnellate di spazzatura che partiva e ancora prendono il largo dal porto di Ortona. Per lo più su barche battenti bandiera del Togo e dirette in diverse zone del Mediterraneo. L’inchiesta si è conclusa con una archiviazione. Ossia tutto regolare, salvo successive complicazioni: l’immondizia ha i timbri dovuti. Può partire ed essere stoccata anche sul porto. Con buona pace di uno scalo che invece di essere commerciale è stato trasformato senza che nessuno pubblicamente ne sappia qualcosa, in porto che ha strutture industriali fisse. Se non addirittura un porto quello di Ortona diventato pezzo dopo pezzo, ad uso privato. Le banchine realizzate alla fine degli anni 80 che dovevano accogliere container - oggi sono la ricchezza del mondo e sarebbe stata anche di Ortona - ospitano spazzatura imballata, cancelli e sbarramenti ad uso di imprese che alla fine hanno ottenuto ogni spazio per loro uso e necessità. Si dirà va bene così. Certo, ma lo dicono in pochi, in pochissimi. Mentre lo scalo marittimo fino a prova contraria è dei molti, ossia un bene della città. Di tutti i cittadini, presenti e futuri. Non ho memoria ad esempio se negli ultimi 20 anni si sia parlato in Comune in Consiglio comunale di porto, di come si ottengano le concessioni, chi gestisce con quali metodi, e per quali fini. Quanta ricchezza produce il porto per la città, non solo per le imprese.

Se c’è un Piano regolatore e su quali basi sono state date concessioni, ampliamenti, e altro. Magari come per la spazzatura è tutto a posto. La carta bollata c’è, i timbri pure. Ma quello che andava e va fatto è una operazione di semplice chiarezza. Questo deve avvenire in Consiglio comunale dove non solo c’è un verbale a futura memoria, ma è il luogo di certezze istituzionali.

La Cantina

Stesso discorso per la Cantina sociale Ortona, che nel 2019 ha chiuso malamente la sua attività - senza pagare i soci conferitori - il Comune non si è preoccupato di ricevere una spiegazione dagli ex vertici, e renderla pubblica. Giusto per dire, una struttura tra le prime in Italia a nascere come Cantina sociale con il nome della città, ed era per questo un vanto. Sapere perché è andata in malora doveva essere anche un diritto per la città. Non è chiedere troppo ma è l’indispensabile quando una struttura, una società o una associazione si fregia del nome stesso della Città.

Ma si è preferito il silenzio che non disturba nessuno. Ortona e il suo comprensorio, rappresentano il quarto polo vitivinicolo nazionale, quindi una ricchezza eccezionale ma, come per il porto questo bene diffuso, appare chiuso, impenetrabile.

Ci sarà un motivo per cui la Cantina chiude ma gli affari fuori di essa vanno a gonfie vele.

Le Ferrovie

I candidati sindaci di Francavilla arrivati al ballottaggio, l’ex sindaco Roberto Angelucci, e l’avvocatessa Luisa Russo, - quest’ultima eletta sindaco -, hanno entrambi sollevato un problema serio, ossia la linea ferrovia che attraversa l’abitato di Francavilla con l’aumento di convogli con pesi, velocità e lunghezze notevoli. Hanno posto il problema sollecitando lo spostamento della linea come prevedeva un progetto che non è stato attuato.

Ad Ortona il problema pare interessi solo a lei che tra l’altro l’ha posto prima degli amministratori di Francavilla. Lei ha ricordato a chi non vuole vedere, che la linea ampliata ha assunto un impatto notevole sulle aree collinari litoranee. Rete Ferrovie Italia da anni svolge lavori sul tracciato che, va ricordato, è stato pensato e realizzato ad inizio del 1900, cioè con treni a vapore e tre carrozze a seguito. C’è da chiedersi perché tanto accanimento di lavori su questo breve tratto, considerato che quello di Ortona appare il più problematico e ardito dal punto di vista ingegneristico. Che garanzie ha Ortona di sicurezza, e se vogliamo che benefici ne ricava? Direi nessuno. Le Ferrovie ad Ortona da anni ha chiuso murando l’ingresso anche il modesto bagno pubblico a servizio della stazione. Giusto per dire che considerazione hanno i dirigenti di Fs e Rfi della città e dei suoi cittadini. Avranno fatto un calcolo: perché tenere servizi igienici aperti dal momento che alla stazione non ferma nessuno treno di lunga e media percorrenza. Se i treni passano veloci i problemi per la città rimangono. Vedremo cosa accadrà ad esempio con una strada ferrata in continuo rattoppo - chi controlla e con quali garanzie ? - con gallerie ampliate, corrette nel tragitto, che entrano in promontori che a occhio e croce sono terreni attraversati da sorgenti e che raccolgono tra un pendio e l’altro, abbondati acque piovane. Inoltre le gallerie esistenti sono state modificate e riprogilate ma, fatto insolito mai inaugurate ufficialmente con almeno una ricognizione simbolica e un brindisi. Mi chiedo è stata resa pubblica e a disposizione di Comune e cittadini qualche relazione o spiegazione tecnica? È tuttavia possibile rintracciare su intenet a cura delle Ferrovie una video animazione che spiega la complessità e delicatezza, dei lavori fatti nella galleria Castello. Ma in citta nessun ingegnere, geologo, manager che abbia contribuito ai lavori e le stesse Fs hanno pensato di invitare una delegazione di amministratori locali per mostrare quali grandi opere sono state realizzate. D’altronde nemmeno i vertici del Comune lo hanno chiesto. Quindi non ne sappiamo nulla.

L’Ospedale

Una fine ingloriosa per l’ospedale di Ortona. Che addirittura pur avendo una struttura nuova, per godendo di spazi, professionalità ed esperienze, ha ormai un ruolo così modesto da essere considerato dietro non solo ad altri ospedali, ma addirittura a cliniche private. Ortona come per le altre questioni citate, ha una sventura. Il disinteresse verso i suoi beni. Solo un esempio, quando Ortona nel 2020 è stata indicata come una sede Covid - un solo Piano con accorgimenti di utilizzo ed entrate e uscite separate - è stato detto dai vertici della amministrazione comunale subito no. Con il risultato che i pazienti di Ortona sono andati a finire, e purtroppo morire, altrove.

Gli episodi

Nei giorni scorsi sono accaduti due eventi che in altri contesti e città - ritenute tranquille e pacifiche - avrebbero dato luogo a riflessioni e commenti. Il primo episodio è la notizia di un gruppo di ragazzi adolescenti che “giocando” con pietre pare sottrate al monumento dei Caduti del mare (questo già dovrebbe far pensare) hanno innescato una sassaiola con alcuni ciottoli finiti sotto la passeggiata orientale lungo via Marina, centrando una macchina. Per fortuna a parte danni all’auto non ci sono stati feriti. Poteva andare molto peggio. Grazie alle indagini dei carabinieri e forze di polizia locale dopo alcuni giorni i ragazzini sono stati identificati e denunciati. C’era da aspettarsi qualche riflessione e commento di qualche assessore che ogni giorno ripete la sua lezione ai cittadini. Era una occasione per parlare di un disagio giovanile addirittura adolescenziale, sugli eccessi delle cosiddette “bravate”, sul fatto che la città ha forse qualche problema. Già c’erano stati addirittura per altri episodi degli arresti per atti gravi di teppismo e bullismo.

Insomma una idea sui ragazzi su cosa fanno o come trascorrono la loro vita in città. Invece nemmeno una frase di qualche amministratore o del primo cittadino (che ha la delega al sociale) sempre così prodigo di parole e di auguri.

Stesso silenzio per un altro episodio, meno grave ma di una certa rilevanza. La sera di Sabato 23 ottobre, chi era lungo la passeggiata orientale ha vissuto attimi di preoccupazione direi anche di spavento. Una forte esplosione di proporzioni tali da far vibrare tutti i vetri delle case, tale da suscitare l’immediata reazione degli abitanti a correre a balconi e chi era lungo la passeggiata nel tentativo di capire l’entità del boato, degli eventuali danni e se c’erano feriti. A parte una nuvola di fumo che saliva dalla Marina, nell’area delle gallerie, niente altro. L’episodio non ha avuto conseguenze ma nemmeno si è saputo cosa è accaduto. Una città dove una esplosione di proporzioni da bomba in aree strategiche e logistiche tra ferrovia e porto, che non ha impensierito è già, purtroppo, una notizia.

Molti si chiederanno, perché ne parlo. Il motivo è lo stesso per le altre cose scritte. C’è ad Ortona un silenzio su troppe cose. I partiti delle opposizioni si preparano alle elezioni, ma sbagliano i calcoli se pensano di battere l’attuale amministrazione con riunioni parlando di loro stessi. Ai cittadini interessano cose vere e concrete, del loro futuro.

Lo sanno bene Sindaco e assessori che pensano da sempre alle prossime elezioni, - e se non ci saranno inciampi di varia specie e gravità - avranno gioco facile nel ritornare acclamati e vincenti.

C’è un tale protagonismo personale e mediatico del sindaco e di alcuni suoi assessori, che Ortona non ha visto mai in modo così diffuso e capillare. Niente invece si racconta della crisi della città, dei debiti del Comune, delle spese, assunzioni, di incarichi, appalti, gestioni, delle opere pubbliche. Delle mancate spiegazioni su argomenti che lei ha posto in evidenza.

Concludo, sapendo che molti non saranno arrivati al termine di queste righe. Troppe cose non sono descrivibili in poche frasi. D’altronde le vicende, i ritardi, gli errori e la crisi profonda di Ortona, che non è solo economica, è ampia. Se veramente si ha a cuore la comunità locale, tutto questo richiede uno sforzo di comprensione diverso ed esteso. Ho tralasciato molti altri argomenti che hanno sempre un senso di sfascio della città. Che dire ad esempio che dal 2020 i Consigli comunali sono ancora tenuti da casa degli amministratori. Nemmeno ormai lo sforzo di tenere sedute in presenza.

Infine parlo di Lei

In merito alle sue iniziative, alcune volte condivise con altri consiglieri di opposizione in particolare con i consiglieri Angelo di Nardo e Simonetta Schiazza, sono certo che lasceranno un segno.

Lei ha rotto parecchi schemi, ha ridato vita al ruolo della opposizione, che in una democrazia ha un valore superiore alla stessa maggioranza. Le sue iniziative e proposte non sono parole ma fatti, e per fortuna ha presentato carte e documenti. Lei non l’ha detto, ma so che in alcuni casi ha anche ottenuto delle vittorie legali personali e girato i risarcimenti dovuti a lei a strutture ecclesiastiche.

Non potendo smentire i fatti, allora in molti la ignorano. Altri la criticano perché ha posto in rilievo il primo problema della città, ossia la mancanza di trasparenza. Le troppe cose mal fatte. Le mancate risposte a lei su problemi della città, un esempio per tutti sulla Casa di Riposo, rappresentano un arbitrio non solo nei suoi confronti ma verso l’intera collettività.

Se possibile, però pensi ad una squadra di persone libere, pronte a confrontarsi senza sigle, ad appoggiare i giovani. Se ritiene utile a sostenere anche una nuova figura di candidato a sindaco, magari un giovane talento, se lei per suoi impegni non potrà. Punti sulle nuove generazioni guardando al futuro.

Ci sono ad Ortona intelligenze e passioni politiche e civili, che vanno valorizzate. Arrendersi per darla vinta alla platea di arroganze e scemenze, è un reato sociale contro Ortona e verso chi chiede un po’ di verità e trasparenza.

Maurizio Piccinino

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