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Luciano Bellini - Faber - Suite sinfonica in omaggio a Fabrizio De Andrè

Domenica 23 febbraio alle ore 17.30 al Teatro Tosti di Ortona

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Il maestro dirigerà domenica l’Orchestra Sinfonica Tosti in un emozionante omaggio a Fabrizio De André dal titolo Faber. 


Un tributo senza tempo che s’inserisce nella stagione dei concerti curata dall’Orchestra Sinfonica Tosti, diretta dal maestro Paolo Angelucci, che la Compagnia dell’Alba, che dirige il Teatro Tosti, ha voluto in cartellone. 


 

Si tratta di un progetto artistico coltivato per anni dall’autore Luciano Bellini, musicista romano cresciuto negli anni ‘60 respirando Bach, Beethoven e Brahms, ma nutrendosi anche delle poesie di Faber - soprannome attribuito da Paolo Villaggio al giovane Fabrizio di cui era fraterno amico e compagno di strada - che, in qualche modo, hanno ispirato e plasmato i suoi ideali ed i suoi modelli culturali. 

L’influenza di De Andrè sul M° Bellini si rivela esplicitamente nelle sue recenti composizioni sinfonico–corali e nelle sue opere da camera più importanti – alcune scritte su libretto di Filomena Di Pace ed altre su testi di Maria Mencarelli o versi di Alda Merini - tutte affettuosamente dedicate agli umili, ai perdenti, alle vittime, ed accomunate da un forte impegno sociale e politico unito ad uno slancio di speranza e di desiderio di cambiare il mondo. 


La Suite “Faber” , al contrario di tanti spettacoli ed eventi finora dedicati a De Andrè, non vuole presentarsi come una sia pur ricca compilation o medley delle sue più belle e celebri canzoni, ma vuole essere un unico brano sinfonico-corale, una sorta di Cantata Laica o Poema Sinfonico, che si articola fluidamente su svariati temi tratti dai suoi brani (scelti ed arrangiati dallo stesso Luciano Bellini) inserendoli in un tessuto musicale unico e cangiante, che tutti li accoglie e valorizza. Fra l’apparire di una canzone ed il frammento di un’altra emergono a tratti ponti e collegamenti musicali originali di Bellini. L’orizzonte musicale utilizzato è molto vasto e cangiante, e, tenendo sempre al centro il cuore “modale” delle musiche di De Andrè, lo prolunga e proietta verso universi e sonorità rock o colte – contemporanee. 


 

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