La Cantina sociale di Ortona non ha nulla a che fare con il sequestro di vino e non ha nulla a che fare con gli altri fatti apparsi sulla stampa negli ultimi giorni: tutto falso.
Nulla a che fare con la "Sauvignon Connection", un'indagine della Procura di Udine sulla frode in commercio: errato quindi anche quanto apparso sulla stampa in merito al rappresentante e all'enologo.
A dimostrare la falsità della notizia apparsa sugli organi di informazione è l'avvocato Carlo Flacco di Ortona, che ha scritto per per conto di Lucio Di Bartolomeo, legale rappresentante della Società Cooperativa arl Cantina di Ortona. «Nella giornata del 24 ottobre 2015 non vi è stata alcuna altra operazione da parte dei carabinieri del Nucleo antisofisticazione (Nas) di Pescara su indirizzo del comando Tutela Salute di Roma, come erroneamente riportato, su un quotidiano. Non è stato assolutamente accertato, quindi, che in un capannone adibito a cantina dell'azienda vi fossero condizioni igienico sanitarie precarie o che il vino stoccato non avesse le autorizzazioni necessarie o che non ci fossero i documenti di tracciabilità . Non è assolutamente vero, inoltre, che sia stata disposta la sospensione dell'attività della Cantina di Ortona, che lavora perfettamente con assoluta normalità come si potrà accertare con un semplice sopralluogo, nè dai Nas nè dalla Asl e nè da altra autorità . Non è vero, infine, che in tale data sia stato accertato che la struttura non avesse le previste autorizzazioni o che il personale della Asl avrebbe accertato che i prodotti, sia in entrata che in uscita, fossero privi di tracciabilità . La notizia pubblicata, peraltro priva di sottoscrizione, è assolutamente fantasiosa e gravemente lesiva anche dell'immagine della Cantina Ortona. Luigi Di Bartolomeo e Carlo Flacco».
La notizia è stata attribuita per errore alla Cantina sociale di Ortona.
La Redazione, solidale con le parti interessate e sollevata per il chiarimento della vicenda, porge le più sentite scuse ai diretti interessati e ai lettori.