“Ben consapevoli del fatto che il clima pre-elettorale comporti una facile semplificazione della realtà e una spasmodica ricerca di consenso attraverso banali bugie, come quelle comparse nell’articolo sui dipendenti di serie A e di serie B – dichiarano il Sindaco Vincenzo d’Ottavio e l’Assessore alle Politiche sociali Francesca Licenziato - è nostro dovere morale oltre che istituzionale informare correttamente, come abbiamo sempre fatto, i cittadini e fornire loro con onestà le informazioni per una corretta lettura delle decisioni assunte dall’Amministrazione comunale attraverso atti pubblici facilmente reperibili”.
“L’attuale Piano Sociale – continuano Vincenzo d’Ottavio e Francesca Licenziato – i cui servizi sono stati prorogati dalla Regione Abruzzo fino al 30 giugno 2017, è quello approvato nel 2011 dalla precedente Amministrazione con le modalità di gestione ad esso collegate e quindi necessariamente gestito dall’attuale Amministrazione in continuità, cercando di potenziare gli aspetti positivi e di superarne le gravissime criticità, a partire ad esempio dalla scarsa trasparenza e dalle modalità opache nel reclutamento degli operatori. Detto questo, ci stupisce che tra i Consiglieri di minoranza che hanno tentato la solita disinformazione, vi sia anche Leo Castiglione, che essendo stato Assessore alle Politiche sociali della passata amministrazione dovrebbe conoscere bene le questioni, oltre ad aver egli stesso determinato le situazioni di precarietà che oggi vengono comunque prorogate. Il tentativo di disinformare la cittadinanza e i diretti interessati ancora una volta è destinato a fallire, per non aggiungere altro. Le vicende dei collaboratori del Comune sono correlate alle varie e differenti attività e progetti che gli stessi sono chiamati a svolgere. Per quanto concerne l’Ufficio di Piano, composto esclusivamente da alte professionalità, è lo stesso Piano Sociale Regionale che ne ha disposto la prosecuzione nella composizione per tutta la durata del nuovo piano sociale fino al 31 dicembre 2018. Invece, gli operatori dei servizi, finalmente selezionati nel 2012 con modalità trasparenti ed imparziali, sono purtroppo legati, al contrario, alla vicenda dei servizi del vecchio piano, prorogati solo fino al 30 giugno prossimo. Per il futuro, fermo restando ulteriori proroghe dei servizi da parte della Regione, con conseguente proroga degli stessi contratti degli attuali operatori, è giusto informare che, come dispone lo stesso Piano Regionale e come prevede la normativa in materia sin dal 2000, il modello di organizzazione dei servizi sociali obbliga il Comune di Ortona, così come avviene da sempre in tutto il territorio nazionale, al pieno e reale coinvolgimento dei soggetti del terzo settore attraverso la coprogettazione. E’ bene ricordare che fino al 2012 il mondo del volontariato e delle associazioni operanti nel sociale è stato completamente estromesso dalla programmazione e dalla gestione dei servizi alla persona nel nostro ambito. Infine, per quanto riguarda gli operatori dei servizi culturali, si tratta di professionalità che svolgono servizi su progetti del solo Comune di Ortona e che pertanto sono correlati al nostro bilancio e alle nostre risorse. Per quanto riguarda la possibilità per il nostro Ente di stipulare contratti di collaborazione è bene ricordare che i Comuni non rientrano nei limiti citati dai Consiglieri della minoranza”.
“Ancora una volta – concludono Vincenzo d’Ottavio e Francesca Licenziato – assistiamo ad una politica di basso profilo, maggiormente interessata al proprio tornaconto clientelare ed elettorale, piuttosto che alle reali esigenze della nostra comunità. Per fortuna, dal 2012, la nostra Città è stata oggetto di importanti iniziative anche nel campo delle politiche sociali, con un netto miglioramento, unanimemente riconosciuto, della quantità e qualità dei servizi erogati, alcuni dei quali sono divenuti modello di riferimento regionale. Come sempre, siamo pronti a qualsiasi confronto con la cittadinanza e con chiunque vorrà ragionare di proposte e iniziative nell’esclusivo interesse del bene comune”.
c.s.