Questa mattina un numeroso gruppo di cittadini liberamente ha dato seguito all’iniziativa promossa dal sottoscritto, da Marco Giancristoforo , da Maria D’Alessandro e da Massimo Tatone a difesa del punto nascite dell’ospedale di Ortona.
I partecipanti si sono organizzati autonomamente per dare colore e rilievo all’evento che ha visto la presenza anche di intere famiglie non del comprensorio ortonese. A molti non è sfuggita la bassa partecipazione attiva dei rappresentanti locali della maggioranza e della minoranza, a pensarci bene erano davvero pochi i presenti in mezzo a Noi e non nego che molti manifestanti mi hanno fatto rilevare la presenza passiva a bordo piazza di alcuni consiglieri e di altri che hanno fatto la classica passerella finale.
Come si può difendere un punto d’eccellenza dell’Ospedale di Ortona qual è il percorso donna restando ai margini di un movimento di piazza o, peggio, presentarsi con il solito fare da saccenti a fine manifestazione?
Premesso che la sanità non può essere messa al servizio dell’economia, chi riesce a spiegarci come questo piano di riassetto sanitario nazionale si possa “calare” così come è in una regione complessa come l’Abruzzo?
Come possiamo soddisfare i dati* riportati in questo piano, 1000 parti e un bacino di utenze di 150000 cittadini, per avere un ospedale? (Dati forniti dall’assessore regionale Paolucci all’incontro tenutosi lunedì 2 c.m. presso la sala auditorium di Canosa Sannita)
Come si concilia il diritto alla salute con le scelte previste in funzione sempre del piano nazionale che, per una realtà come quella abruzzese, inevitabilmente dovrà avere una deroga?
Non credo che chi amministra debba farlo solo con la freddezza dei numeri senza tener conto:
1. di quanto è stato fatto in passato per raggiungere traguardi di rilievo anche internazionale (vedasi il riconoscimento EUSOMA del reparto del Prof. Cianchetti) oppure l’eccellenza, in questo specifico caso, raggiunta con il percorso donna;
2. delle richieste esplicite dei cittadini, di un territorio, per evitare inutili ingolfamenti in strutture, come riferiscono i media, rischiose dal punto di vista sismico e, esperienza diretta, infelice ubicazione dell’immobile;
3. una sanita' alla portata di tutti senza distinzioni tra cittadini di seria A e cittadini di serie B.
Ben dice l’amico Giancristofaro «Mai in Ortona è avvenuto un movimento di piazza, cosi libero pacifico e democratico in cui il bene comune ha prevalso sopra ad ogni logica corporativa e politica. E' stato meraviglioso vedere la massiccia risposta e la decisa partecipazione con cui tantissimi hanno risposto all'evento e la particolare e fondamentale presenza femminile ! Pensare poi che anche intere famiglie non del comprensorio ortonese ma, che hanno beneficiato del qualificato servizio del nostro Punto Nascita di Ortona erano presenti, dimostra inequivocabilmente che il nostro servizio va ben aldilà di quanto invece vogliono far credere ! La piazza si è mossa e si muoverà ancora», è stato davvero bello vedere una così nutrita partecipazione che di certo non terminerà qui.
Un libero, pacifico e democratico movimento di piazza il cui fine è la salvaguardia di un bene comune non potrà non andare avanti, con maggiore determinazione, per la difesa di simili realtà sanitarie. Concludo riportando queste splendide parole sempre dell’amico Giancristofaro che saluto e ringrazio alla pari di tutti coloro che questa mattina hanno voluto esserci per dare un segnale forte e inequivocabile: «Non è più tempo di proclami e promesse ma, di azioni coerenti, decise e risolutorie che soddisfino ampiamente le legittime aspirazioni della società civile».
Alla prossima e, come sempre, ad maiora. Tiziano Torzi.
