“Abbiamo messo a punto un cassonetto intelligente, economico e che necessita di scarsa manutenzione. Lo abbiamo progettato con una tecnologia a basso costo: l’utente può aprirlo senza nemmeno toccarlo, basta avvicinarsi con lo smartphone in tasca” spiega Domenico Di Francescantonio, CIO Fater Group , che ha progettato, con il suo staff, una soluzione che ha l'obiettivo di incentivare i consumatori a utilizzare il cassonetto intelligente.
FaterSmart ha sviluppato il primo impianto industriale per riciclare completamente i prodotti assorbenti usati e trasformarli in cellulosa, plastica e polimeri, che possono essere utilizzati in diversi processi produttivi. Nell'ambito di questo progetto il dipartimento ICT, con a capo il manager ortonese, ha sviluppato questa soluzione innovativa. Alla base della soluzione c'è un cassonetto dei rifiuti, Smart Bin, altamente innovativo che funziona con tecnologia proprietaria e si attiva non appena l'utente si avvicia al cassonetto.
Il cassonetto si apre automaticamente e permette all'utente di depositare i pannolini usati. A questo punto il dato con i chilogrammi conferiti finiscono su un cloud che tiene traccia del totale raccolto. Questo dato è visualizzato anche sull'app del consumatore. A fronte dei chilogrammi conferiti nel tempo si possono generare sconti e iniziative di marketing collegate direttamente al sistema.
Smart Bin, questo è il nome del dispositivo automatizzato per la raccolta differenziata di prodotti assorbenti per la persona usati (pannolini, pannolini per incontinenti, assorbenti igienici), che è stato progettato per facilitare i cittadini nel conferimento di questa tipologia di rifiuti ed i comuni nella raccolta. Il cassonetto si apre senza alcun contatto umano. Gli utenti infatti, si registrano al servizio tramite un’applicazione per smartphone dedicata. Questa app viene utilizzata per l’apertura del dispositivo, ma consente anche agli utenti di ricevere premi e incentivi in occasione di ogni conferimento.
La tecnologia utilizzata non è quella che si utilizzerebbe solitamente, ma sfrutta delle funzionalità di connessione tra cellulare e cassonetto a basso consumo di energia e senza avere la necessità di costosi e complessi apparati all’interno del cassonetto stesso.
Il livello innovativo della tecnica di realizzazione ha suscitato l’interesse di alcuni clienti in Giappone che hanno appena ricevuto il primo lotto di smartbin.
A questa innovazione è stata assegnato IL PREMIO INNOVAZIONE SMAU 2020
Il “premio innovazione” viene attribuito ai progetti che hanno particolare rilevanza per l’impatto, la tecnologia realizzativa ed il livello di innovazione di processo.
Alla Fater hanno ricevuto questo premio già 5 volte tra il 2012 ed il 2020.
Fater, è un'azienda italiana, joint venture paritetica fra Procter & Gamble e Gruppo Angelini. Produce e distribuisce in 39 Paesi, nei mercati dell’Europa Occidentale e Ceemea, i prodotti a marchio Ace Neoblanc e Comet; in Italia ha ampliato fin dagli anni 60 i mercati dei prodotti assorbenti per la persona, oggi produce e commercializza per l’Italia i prodotti a marchio Pampers, LINES, LINES Specialist, Tampax.
L’azienda ha oltre 1700 dipendenti in Italia e nel mondo, 5 impianti e un fatturato di oltre 900 milioni di Euro.
In FATER Domenico Di Francescantonio è direttore dei sistemi informativi dal 2012.
In precedenza si è occupato di diversi settori, sempre in ambito informatico, anche in altre aziende.
In Fater ha lavorato inizialmente come responsabile dei sistemi di data base ed architetture, poi come project manager per sistemi HR, Marketing ed infine, prima della direzione, come dirigente responsabile del settore delle infrastrutture tecnologiche.
Di Francescantonio negli ultimi anni ha ricevuto diversi riconoscimenti in ambito professionale tra i quali quello come miglior CIO Innovation in Italia (giuria Google/Accenture, con accesso alla fase europea) e, sempre in tema innovazione, quello del Sole 24 ore (oltre, ai cinque di SMAU).
A Ortona nel 2016 ha avuto il premio 28 Dicembre che lo ha spinto a provare a mettersi a disposizione con un ruolo tecnico per la propria città, per progettare una visione di città intelligente.
“ Partire da Ortona per arrivare CIO Fater Group è stato un percorso non facilissimo – racconta Di Francescantonio - ma che ho sempre seguito facendomi guidare dalla curiosità, dallo studio, dall’istinto ed anche dalla fortuna.” e ripercorrendo le tappe della sua brillante carriera aggiunge che " dopo aver iniziato col gruppo Generali ed una breve esperienza con una società di consulenza internazionale, sono tornato in Abruzzo quasi per caso dopo aver saputo che in Fater cercavano una persona che avesse la mia esperienza.” e parlando della Fater “ Ho trovato un’azienda davvero unica nel suo genere. Molto attenta alle persone da ogni punto di vista e che mi ha sempre dato la possibilità di esprimere le mie idee anche rispetto a progetti che in un primo momento potevano sembrare troppo evoluti rispetto a quel tipo di processo.”
Com’è iniziata la sua passione per l’informatica ? “ Ho iniziato ad appassionarmi di informatica nel garage di uno zio scomparso due anni fa e da allora ho avuto sempre un’ unica certezza: mediamente ogni due/tre anni questo mondo cambia ed evolve e quindi c’è sempre stata la necessità di essere attenti al futuro e cercare di capire con studio ed intuito quali potevano essere i trend emergenti per virare verso la direzione giusta.”
Il suoi impegni non hanno penalizzato i rapporti con Ortona “ Sono molto legato ad Ortona - afferma - e mi piacerebbe davvero fare qualcosa di più. Abbiamo organizzato seminari di conoscenza del digitale e cyber-bullismo per le scuole e persino durante in covid ho provato a tenere delle sessioni gratuite online per ispirare qualche idea ai partecipanti. Nel periodo del lockdown mi sono interessato nel proporre alcune idee alla nostra amministrazione per intraprendere un percorso diverso specie rispetto al mondo del commercio elettronico e dei servizi, ipotizzando lo sviluppo di piattaforme gratuite ed evolute da questo punto di vista. Purtroppo in quella occasione l’idea non venne approvata dal consiglio comunale e ,colori politici a parte, penso che stiamo perdendo occasioni ogni giorno anche per la mole dei fondi Europei messi a disposizione per gli sviluppi di questo tipo. “
Ai tanti che a Ortona cercano un futuro cosa consiglia il CIO della Fater, in base alla sua esperienza ed ai risultati raggiunti nella sua carriera professionale ?
“ La caratteristica che non si deve mai perdere è la curiosità. Questo indipendentemente dal tipo di lavoro. Essere curiosi, appassionarsi, studiare continuamente...penso che questi siano gli elementi per “rinascere” ogni volta ed essere pronti alla sfida successiva.
Poi penso sia indispensabile avere la possibilità di guardare cosa accade nel mondo. Purtroppo (ed a volte per fortuna) il centro del mondo non è Ortona. E tutto quello che accade altrove, prima o poi, ci interesserà. L’ e-commerce, i sistemi basati su intelligenza artificiale, l’importanza dei dati o del digitale nel mondo delle aziende. Possiamo far finta di ignorare questi fenomeni ma ci siamo dentro molto più di quello che pensiamo. “
Con un sguardo a quello che stà accadendo ora sottolinea “ Quando visitai per la prima volta la sede di Cisco ed Apple a Cupertino, ormai quasi 10 anni fa, lo smartworking era prassi abituale per cinque giorni a settimana. In Italia è stato un tema ignorato fino al covid. Ora, pur con le mille difficoltà del caso, le aziende più evolute lo stanno adottando come standard di lavoro anche per il post-pandemia. Nel nostro caso, in Fater, eravamo pronti dal mattino successivo al lockdown proprio grazie alla curiosità seguita a quella visita negli stati uniti e questo ci ha permesso di non perdere neppure un giorno di lavoro. Per questo dico che aprirsi verso l’esterno è un passo fondamentale per crescere ed avere un’idea di futuro. “
Tornando a Ortona le competenze ed ruoli raggiunti fuori, possono essere un vantaggio per la realtà di provenienza ?
“ Ortona ha tantissime eccellenze nei più svariati campi. Purtroppo credo che il limite che abbiamo avuto è stato spesso legato alla mancanza di visione a lungo termine. Mi dispiace essere critico su questo tema, ma penso che qualunque professionalità voglia mettersi a disposizione, senta poi la naturale voglia di fare un passo indietro quando quotidianamente sono celebrati successi su progetti ordinari senza avere l’idea di come impostare i grandi temi sul futuro.
Se si sogna sempre in piccolo, alla fine, si possono realizzare solo piccoli sogni. Ed in un contesto di una città come Ortona, questo significa restare più o meno sempre fermi al palo.
L’ordinario è molto importante, naturalmente. Ma per massimizzare il contributo delle persone, con competenze, che amano la propria città, non si può non avere un piano preciso, una direzione ambiziosa di crescita e soprattutto fidarsi ed aprirsi al confronto dimenticando per un attimo anche i colori politici.”
La consegna ufficiale del PREMIO INNOVAZIONE SMAU edizione 2020 a Milano il 20 Ottobre.