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Il 1° Maggio al tempo del lockdown

NICOLA PRIMAVERA - dirigente sindacale di lungo corso - Qual’è il senso di questo primo maggio? quali saranno le conseguenze economiche e sociali di questa pandemia?

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Oggi si celebra la festa dei lavoratori, il 1° Maggio, in una condizione particolare dovuta al lockdown che ancora permane. Ed, ovviamente, ci si interroga sulla funzione e sul ruolo dei lavoratori, sul prossimo futuro, soprattutto in previsione dell’avvio della cosiddetta fase 2 con la ripresa dell’attività produttiva ,nelle principali aziende del paese e del nostro territorio. Di tutto ciò abbiamo parlato con NICOLA PRIMAVERA, dirigente sindacale di lungo corso della CGIL abruzzese, originario di Ortona.

 

Qual’è il senso di questo primo maggio?

 

Il tema di questa ricorrenza, dal valore universale, quest’anno è ben richiamato dallo slogan che CGIL CISL UIL hanno individuato e cioè “lavorare in sicurezza, costruire il futuro”. Quindi per ripartire, da un punto di vista produttivo, bisogna garantire, innanzitutto, la sicurezza dei lavoratori, altrimenti ci si deve fermare! I protocolli nazionali, del 14 marzo e del 26 aprile,sono molto chiari, a questo riguardo, ed affidano al sindacato, a livello di azienda, un grande ruolo di contrattazione.

Alcuni accordi a livello nazionale e territoriale per la ripartenza, come alla FCA ed alla Sevel, sono importanti e possono essere utili come punti di riferimento importanti.

 

Come vivi tu da sindacalista oggi questa ricorrenza?

 

Per me è una situazione molto particolare. Il 1 maggio ho sempre fatto i comizi: a Popoli, a Manoppello, a Bussi sul Tirino, a Giulianova, a Pescara. Mi sarebbe piaciuto, in passato, farlo anche ad Ortona, ma il 1 Maggio ha sempre incrociato la Festa del Perdono;ma è una lacuna che mi auguro, nel futuro, si possa sanare. Non per un motivo personale, ma perché la festa dei lavoratori si debba celebrare anche nella nostra città. Quest’anno niente cortei, niente comizi. Molte iniziative sul web, con i nuovi mezzi di comunicazione, particolarmente in voga in questo periodo di distanziamento sociale. E questo è importante, senza il contributo del mondo del lavoro dipendente l’Italia non ripartirà.

 

A tuo giudizio quali saranno le conseguenze economiche e sociali di questa pandemia?

 

Saranno pesantissime; addirittura peggiori della grande depressione del 1930 del secolo scorso. Basti pensare che il Fondo Monetario Internazionale ha stimato in 9 mila miliardi la distruzione del pil nel mondo, il nostro Paese vedrà abbassarsi il pil del 9,1% , il nostro deficit statale salirà al 150% del pil. Saremo in una economia di guerra, con aumento della disoccupazione, della povertà, con un arretramento del livello di vita anche del ceto medio. Sono quindi urgenti forti investimenti pubblici per riconvertire il nostro apparato industriale, potenziare il nostro sistema sanitario pubblico, grandi risorse per gli ammortizzatori sociali per evitare l’esplosione sociale del disagio che già fortemente si avverte anche nelle nostre realtà.

 

Come è possibile uscirne?

 

E’ chiaro a tutti che il nostro Paese da solo non ce la farà. L’aiuto dell’Europa è indispensabile. Gli interventi finanziari europei già programmati, come il MES per la sanità senza condizionamenti, il fondo SURE per gli ammortizzatori sociali, il Recovery Found per la ricostruzione, parliamo di interventi complessivi, per quasi duemila miliardi di euro, devono diventare presto realtà. Poi dobbiamo fare la nostra parte. Penso all’utilizzo della ingente massa di risparmio privato, giacente nelle banche che potrebbe essere impiegata, per la sottoscrizione di un fondo obbligazionario per la ripartenza, a lunga scadenza, con tasso di favore.

 

Ed a livello del nostro territorio quali idee per affrontare la crisi?

 

I Comuni sono gli enti più esposti, in prima linea, nell’affrontare il grande disagio sociale e sanitario della crisi. Ortona è stata duramente colpita dal Covid 19, soprattutto la zona di Caldari, il cuore della nostra attività agricola e produttiva. Ed i comuni hanno poche risorse a disposizione. Per parte mia mi permetto di suggerire alla Amministrazione Comunale la costituzione di un FONDO DI MUTUO SOCCORSO della CITTA’ di ORTONA con la finalità, per una parte, di erogare contributi a fondo perduto per chi si trova in condizioni di estrema fragilità economica e dall’altra, di dare sostegno alle piccole attività economiche ed a quegli operatori che non avranno adeguata copertura dalle recenti misure statali e regionali. Un fondo che lancia una raccolta di fondi popolare con tanto di iban e causale che coinvolga i cittadini, anche quelli non residenti ma che amano la nostra città, e gli operatori economici, le istituzioni bancarie, le associazioni di categoria. Penso, prioritariamente, ai grandi operatori economici che possono essere chiamati a dare sostegno economico,quelli presenti nella zona industriale, nel porto, quelli della grande distribuzione:la De Cecco, la Yohohama, la Walter Tosto, Conad etc.

Molte amministrazioni comunali in Abruzzo ed in Italia si stanno muovendo in questa direzione, appunto perché è necessario fare sistema ed utilizzare tutte le risorse economiche a disposizione, non solo quelli provenienti dai trasferimenti dello stato che sono già pochi e saranno sempre meno.

 

In conclusione quale pensi debba essere il ruolo del movimento sindacale in questa fase?

Il sindacato confederale deve essere il protagonista della ricostruzione del nostro Paese, dopo il Covid 19, con lotte, idee, progetti, programmi, stando vicino alla gente, nelle fabbriche e nella società, contro “la politica dello scarto “denunciato da Papa Francesco. Un sindacato che si ponga l’obiettivo dell’unità sindacale di CGIL CISL UIL, come grande elemento di novità e speranza per i lavoratori Ed infine in questo 1 maggio credo si debba rendere omaggio a tutte quelle lavoratrici e lavoratori che, in questo periodo, nonostante l’emergenza,hanno continuato a lavorare per garantire la produzione e l’erogazione di beni e servizi essenziali; medici, infermieri, assistenti sociali, addetti alle pulizie, operatori dei pronto soccorso, della protezione civile, delle forze dell’ordine. che nei luoghi di cura e nel territorio, hanno prestato servizio per evitare il dilagare del virus, hanno curato ed assistito i malati mettendo a rischio la loro salute e quella dei loro familiari. Del loro eroico esempio non bisognerà dimenticarsi nel prossimo futuro!

 

 

 

NICOLA PRIMAVERA, 66 anni, già Segretario Generale della Camera del Lavoro della Cgil di Pescara, e componente la Segreteria Regionale CGIL Abruzzo. Ha diretto, a livello regionale importanti categorie industriali, i chimici, i tessili, gli elettrici, l’agroalimentare, i pensionati. Recentemente è stato direttore del Patronato INCA CGIL Priov.le di Pescara.

 

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