C’è da chiedersi se siamo alle comiche, oppure, se ad Ortona esista ancora un filo di buon senso.
Come i cittadini avranno saputo da alcuni giorni in città impazzano le inaugurazioni: una rotonda in contrada Tamarete - opera rivendicata a gran voce dalla famiglia Coletti, dal padre Tommaso al figlio Gianluca - e ora la ciclopedonale che per il momento scorre per l’intero tratto di via Cervana alla radice del porto, in questo caso le cronache giornalistiche locali (sempre più appiattite sulle festose effervescenti iniziative della coppia D’Alessandro-Castiglione, e gli ex Dc, ex Pd, oggi sinistra sinistra), dicono che l’opera, esaltata su più fronti, porterà benefici, turistici, economici, ambientali e naturalmente una manna per i salutisti.
Per ironia, - ma la cosa non viene colta (nemmeno dai giornali) perché si vuole sorvolare in modo da far apparire una Ortona che fa solo passi avanti e non indietro tanto da finire tra poco in un burrone economico e sociale - ecco, dicevo, per ironia e malasorte appena inaugurata la ciclo pedonale si chiude un bel pezzo di porto.
Ieri infatti la Capitaneria ha diramato l'ordinanza che, in attesa dei lavori al molo Martello, si, “vieta l'ormeggio di imbarcazioni di qualunque tipo, lo sbarco, l'imbarco ed il deposito a terra di merci, attrezzature e manufatti di qualsiasi tipologia, il transito e la movimentazione di mezzi portuali operativi”.
Così sabato si è inaugurata maestosamente il cantiere della ciclopedonale al porto e contemporaneamente , a seguito di un controllo tecnico, mezzo scalo marittimo è stato chiuso.
Stop quindi alle navi e via libera al footing domenicale, bel tempo permettendo.
Possiamo ora consentirci una rapida metamorfosi: senza navi e marinai, più footing per tutti.
Peppino Polidori