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L'assessore Febbo contrario alla Centrale Turbogas

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 L'assessore regionale all'agricoltura, Mauro Febbo critica duramente l'amministrazione comunale del sindaco Vincenzo D'Ottavio per aver partecipato all'inaugurazione della Centrale Turbogas di venerdì scorso.

“Aver presenziato al taglio del nastro dell'impianto della Tamarete Energia”, commenta l'assessore Febbo, “svela perfettamente l’atteggiamento camaleontico adottato dall’amministrazione comunale di centrosinistra  che riesce a cambiare opinione a seconda delle proprie convenienze politiche. Si tratta di quella politica”, continua, “che scende quotidianamente in piazza contro l’estrazione e le perforazioni a terra e mare e osanna, a chiacchiere, l’istituzione del Parco della costa teatina. La stessa parte politica che poi rimane in silenzio e non prende  le parti dei numerosi comitati contrari alla centrale o dei produttori che si sentono fortemente danneggiati dalla costruzione dell’insediamento produttivo peraltro sorto sulla Via del Vino”. “Il centrosinistra (sinistra, ambientalisti e comitati vari)”, aggiunge Febbo,  “dovrebbe spiegare ai cittadini come intende sviluppare azioni per questo importante territorio. Dove sono finite le politiche ambientaliste annunciate in campagna elettorale e le forti posizioni prese per bloccare il Centro Oli? Programmare politiche per un territorio significa armonizzare lo sviluppo con le sue peculiarità e potenzialità. Si parla di agricoltura, di contributi agli agricoltori, si mette in evidenza il trend positivo dell’export dei nostri vini e contemporaneamente si portano avanti strategie più che discutibili. Tutte le scelte sono legittime, ma occorre decidere in fretta che paesaggio si vuole da qui ai prossimi anni evitando politiche in contraddizione tra loro”.

L'impianto”, ribadisce l'assessore regionale, “sorge proprio lungo la Marrucina a ridosso, appunto, di grandi ed importanti realtà imprenditoriali del settore vitivinicolo. Il sottoscritto”, conclude, “si è sempre dichiarato contrario alla Centrale Turbogas adoperandosi in tutte le sedi e nei modi opportuni. Un atteggiamento che ci saremmo dovuti aspettare da qualcun altro che ha assistito passivamente alla nascita di un impianto che non può certo valorizzare un territorio e la sua vocazione agricola ma piuttosto mortificarlo. Quel taglio del nastro, sono convinto, rappresenta una macchia difficile da cancellare per gli amministratori ortonesi attuali che soprattutto rappresentano una vergogna per la sinistra e gli ambientalisti”.

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