In merito alle dichiarazioni comparse sulla stampa, va ricordato all’Assessore Silvio Paolucci che il Centro Regionale Sangue era già previsto nel Piano Operativo 2010 dell’allora Presidente di Centro-destra Gianni Chiodi sulla base di normative comunitarie, quindi già programmato a livello nazionale, rientrante nei LEA e che, di conseguenza, doveva essere comunque attivato.
L’officina del sangue è un obbligo nazionale ed europeo e deve esserne realizzata una per regione. Non si tratta quindi di un favore che il commissario e l’assessore stanno facendo ai cittadini abruzzesi e agli ortonesi in particolare, perché si tratta di un servizio che, seppur necessario, ha più una valenza scientifica che assistenziale. Nel caso dell'ospedale di Ortona poteva rappresentare un valore aggiunto all’esistente, creando un presidio con unità di eccellenza e non, invece, un contentino in cambio dello scippo perpetuato negli anni a danno della città e che trova il suo compimento nella chiusura del punto nascite.
Basta con le inaugurazioni elettorali di contenitori che poi si rivelano vuoti e non operativi, basta con gli annunci ingannevoli cercando di far passare che si chiudono reparti non sicuri per avere eccellenze quando invece la verità è sotto gli occhi di tutti: si chiudono reparti sicuri, certificati in tal senso dai dati, e di eccellenza per dare ad altri lasciando ad Ortona le briciole.
Le parole del direttore generale della Asl, Francesco Zavattaro, sulle continue ingerenze del presidente D’Alfonso spiegano bene, molto bene quali siano i fondamenti alla base di questo riordino della sanità : unicamente logiche politiche che nulla hanno a che vedere con i dati richiesti, perché se così fosse il punto nascite dovrebbe restare aperto e, anzi, essere potenziato. A chiudere dovrebbero essere altre strutture del circondario che non hanno i parametri minimi richiesti e per la cui messa in sicurezza si spenderanno moltissimi soldi pubblici.
Agli ortonesi è chiaro che questo governo regionale sta togliendo ad Ortona un reparto di eccellenza in cui lavorano professionisti seri e dediti per dare altri servizi non di prima necessità e che dovevano comunque essere allocati. Non si può ignorare un territorio così, non si possono ignorare le cinquemila firme contro la chiusura del punto nascite, né si può ignorare che negli anni la città è stata depauperata di altri reparti di eccellenza e che tutto veniva giustificato in nome di un progetto che prevedeva un presidio a tutela della salute della donna.
Queste dichiarazioni di Paolucci servono unicamente ad indorare la pillola agli ortonesi, ma i cittadini di questa città sanno bene che la volontà è unicamente di togliere a Ortona per dare ad altri.
I Consiglieri Comunali Leo Castiglione e Franco Musa