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Antigone, questa sera in scena, al Teatro Tosti

La proposta dell'ATAM.

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Questa sera, alle ore 21, presso il Teatro Tosti, ANTIGONE, ovvero una strategia del rito da Sofocle. Progetto ed elaborazione drammaturgia di Elena Bucci e Marco Sgrosso. Regia di Elena Bucci; Con Elena Bucci, Marco Sgrosso, Daniele Alfonso, Maurizio Cardillo, Nicoletta Fabbri, Fipippo Fagotto, Gabriele Paolocà.

Una Antigone di grande intensità, affrontata con uno sguardo fuori dal tempo, com’è nelle abitudini di questi due discepoli di Leo De Bernardinis, Elena Bucci e Marco Sgrosso,  spasmodicamente prosciugata, ridotta alla pura essenza del mito, e resa ancora più squassante dalle febbrili atmosfere oniriche create dalle luci di Maurizio Viani e da immagini capaci di attingere direttamente all’inconscio dello spettatore.Grande tragedia di contrasti, limpidi e insanabili, a cominciare dal nucleo primario che oppone la ragione del cuore di Antigone alla ragione di stato di Creonte , all’interno della quale si consuma lo scontro tra la pietas ostinata di Antigone, donna e sorella, e l’inflessibile rigore di Creonte, uomo e sovrano, specchio del conflitto insanabile tra la legge degli dèi e quella degli uomini. Attorno a questo nucleo centrale, come in un caleidoscopio di nette rifrazioni, si generano a catena tutti gli altri contrasti, destinati a naufragare in punti di non-ritorno: l’opposizione viscerale delle sorelle che apre la tragedia, Antigone votata alla morte e Ismene foriera di vita; l’opposizione politico-generazionale tra Creonte padre-tiranno ed Emone figlio-ribelle; e quella etico-religiosa tra Creonte, invasato fino alla cecità nella difesa di un governo “sano” e il profeta Tiresia, maestro di visioni limpide e terribili pur nelle ombre dei suoi occhi senza vista. Lo spettacolo sviluppa un’idea di drammaturgia non solo “testuale”, ma anche musicale e coreografica, con inusitata e quasi scandalosa leggerezza, per riscoprire nella storia di Antigone tutta la freschezza e la potenza di un pensiero caro e desueto: nessuno può togliere la libertà di rinunciare a tutto, anche alla vita, per difendere un credo, un atto nobile, un’utopia.  E in epoche tiepide e cariche di paura, pare salutare riflettere su un tema come questo.

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