Le temperature che da giorni sono oltre i 30 gradi aumentano i disagi e le difficoltà dovuti alla mancanza d’acqua. Le chiusure notturne interessano anche comuni ( come Lanciano) che finora non avevano subito un provvedimento di questo tipo. Una programmazione necessaria proprio per gestire una condizione di emergenza che deriva prima di tutto dalla mancanza di pioggia e di precipitazioni nevose.
Il presidente della Sasi Gianfranco Basterebbe, il direttore dell’area tecnica Pio D’Ippolito, il responsabile delle reti adduzione e distribuzione Fabrizio Talone hanno spiegato, ognuno per il proprio ruolo e competenze, in più occasioni i problemi dovuti alla prolungata siccità, alle condotte e tubature fatiscenti e ai periodi in cui aumenta in maniera consistente la popolazione e quindi la richiesta. E più volte sono stati precisati e illustrati gli investimenti fatti, i finanziamenti ottenuti, i lavori ultimati e quelli in corso, nonché i risultati ottenuti. Ma le spiegazioni sembrano non bastare, la “grande sete “ di questi giorni continua a suscitare lamentele e malcontento, con attacchi e accuse nemmeno troppo velati tanto che il presidente ha voluto fare chiarezza ancora una volta, ripercorrendo anche alcune tappe del percorso iniziato fin dal suo insediamento.
“Comprendo l’esasperazione di molti cittadini specie di chi da tempo deve fronteggiare situazioni difficili, purtroppo alla sofferenza delle sorgenti si aggiungono anche le rotture improvvise di tubi vecchi e malandati. Tengo a ricordare che come Sasi ci occupiamo di 7.500 chilometri di rete con la consapevolezza di questa situazione critica tanto che 80 milioni di euro sono destinati proprio alla sostituzione dei tubi, mentre i restanti 12 milioni e mezzo della cifra complessiva ottenuta (92 milioni e mezzo di euro) saranno destinati alla ricerca perdite.
Per quanto riguarda la disponibilità della risorsa idrica – torna a puntualizzare Basterebbe – la sorgente del Verde sta erogando meno di 1000 litri al secondo nonostante le quattro pompe accese, ce ne vorrebbero 1.400 con l’aumento della popolazione, la portata massima è di 1.200. Siamo quindi ben al di sotto della richiesta. Si è purtroppo superata la soglia del 2007 e se non interverranno cambiamenti climatici importanti dobbiamo prepararci a mesi ancora più complicati, mi riferisco a settembre e ottobre. Noi continuiamo a lavorare e a mettere in campo azioni e progetti per limitare i disagi e confidiamo negli investimenti fatti e nel programma di lavori stabilito per risolvere la cronica mancanza d’acqua”.
E che la situazione sia complessa è visibile anche dai grafici mostrati da Talone
che ha ribadito che le “sorgenti sono a secco e quindi le chiusure programmate sono una necessità se si vuole distribuire la risorsa con più equilibrio, senza penalizzare troppo le stesse zone”.
C’è una condizione di oggettiva difficoltà ma si può guardare al futuro con fiducia, alla luce dei finanziamenti ottenuti e dei progetti elaborati. E’ la convinzione dei vertici della società.
da c.s. Sasi