Le regioni italiane sono sempre legate alle loro tradizioni e molte di queste riguardano il gioco e l’intrattenimento. Come intuibile, i passatempi più antichi riguardano i giochi da strada. Ne sa qualcosa in particolare l’Abruzzo, che nonostante l’avvento della tecnologia è riuscito ad evitare il declino delle principali attrazioni di una volta. Tra i giochi di abruzzesi più classici è possibile individuare in primis il “Cucco”, praticato soprattutto durante le feste di Natale a Teramo e dintorni. Si tratta di un gioco di carte in cui i giocatori hanno 3 vite e ricevono dal banco una carta che può essere conservata o passata al giocatore più vicino in senso orario.
Quest’ultimo è costretto ad accettarla a meno che non possieda un “trionfo”, vale a dire una carta con valore dall’XI al XV. Alla fine del giro, chi si ritrova con la carta dal valore meno elevato perde una vita, ma anche dopo averle consumate tutte e 3 è possibile tornare in gioco attraverso l’operato dei giocatori ancora in gara. Chi è abituato a maneggiare le carte napoletane non potrà non notare le analogie con il “Saltacavallo”, che consente infatti ai “morti” di “resuscitare” parlando con i giocatori ancora attivi in partita.
Un gioco da strada tipico è l’“A ‘ppìccicamure”, che spesso movimentava le feste patronali. Una volta individuato un muro con un marciapiede, i giocatori devono lanciarvi contro una moneta che dopo essere atterrata deve rimanere il meno lontano possibile dal muro. Chi vince ottiene così anche le monetine degli altri partecipanti. Un altro gioco da strada è “Santill”, nel quale ci si trova di fronte a un mattone posto in verticale e sul quale vengono poggiate delle monete. I giocatori sono chiamati a colpire il mattone con piccoli oggetti di fortuna così da conquistare le monete che cadono in seguito all’oscillazione.
Curioso è anche il “Cocuzzaro”. Il nome deriva da un termine meridionale col quale si indicano venditori o insiemi di zucche. Uno dei giocatori ricopre il ruolo del “cocuzzaro”, mentre gli altri quello di “cucuzze”, ognuno con un numero. Il cocuzzaro deve recitare una filastrocca nel mezzo della quale cita un numero e il giocatore corrispondente deve rispondere indicando un altro numero ancora. Chi si distrae viene così penalizzato e paga pegno cedendo un proprio oggetto, che può però essere riconquistato osservando una penitenza, decisa dal cocuzzaro stesso o da uno degli altri partecipanti, opportunamente bendato all’inizio cosicché non sappia chi sia effettivamente il giocatore da punire.
Forse sorprenderà apprendere che con così tanti giochi caratteristici, per quanto prettamente giovanili, molti abruzzesi hanno iniziato ad interessarsi alle attrazioni da sala negli ultimi anni. Non a caso l’Abruzzo registra la spesa media più elevata d’Italia per quanto riguarda i giochi in rete e sovente i giocatori provenienti da L’Aquila e altre città vicine popolano le room dei casinò live online. I passatempi virtuali si estendono anche al campo dei videogiochi. In tutta la regione stanno facendo sempre più la loro comparsa i cosiddetti “gaming bar”, veri e proprio punti di ritrovo per i maghi del gamepad. Camminando per le strade e per i vicoli dei vari comuni, comunque, è sempre possibile imbattersi in qualche gruppo di ragazzini che si divertono a prendersela contro muri e mattoni…
