Ortona, 25/04/2015 - Un Settantesimo anniversario della Liberazione ricco di commozione e di profonda riflessione.
La cerimonia si è tenuta questa mattina, alla presenza delle autorità civili e militari, delle associazioni combattentistiche e d'arma. Tra i presenti il Sindaco Enzo D'Ottavio, la Vice Sindaco Nadia Di Sipio, il presidente del consiglio comunale Ilario Cocciola, il sottosegretario alla presidenza Camillo D'Alessandro in rappresentanza della regione Abruzzo, il presidente nazionale dell'Opera Nazionale per i Caduti senza Croce Cav. Guido Costa e la presidente provinciale e della delegazione di Ortona Elisa Valentini.
Ma, soprattutto, la cerimonia si è svolta alla presenza delle numerose famiglie che, nei giorni scorsi, hanno ricevuto un riconoscimento onorario per i propri parenti dispersi in guerra. Oggi, finalmente, hanno un luogo, un sacrario sul quale pregare o posare un fiore. Infatti, in mattinata, dopo il corteo e la staffetta dei tedofori, si è anche inaugurata una lapide per la sepoltura simbolica dei loro cari dispersi.
Ortona ne piange ben 63: tutti giovani soldati partiti in battaglia sui fronti delle più lontane terre e mai ritornati. Dispersi. Eroi che hanno pagato con il sacrificio della propria vita il prezzo della Democrazia e della Libertà, che spesso fatichiamo ad apprezzare. Per i più tristi motivi, le loro spoglie mortali non sono mai state ritrovate. Nessuno di essi ha potuto ricevere una degna sepoltura.
Prima della benedizione della lapide commemorativa, sono stati proclamati i nomi di ognuno dei 63 soldati. Ad ogni nome, per confermare la presenza simbolica del caduto in guerra, tutti hanno risposto "presente" con grande commozione. Al sacrario, sotto la lapide che riporta i nomi dei 63 caduti, si trova anche una scatola in vetro, il "pozzetto della memoria". Nel quale sono presenti targhette simboliche con le generalità militari di ogni disperso.
Ortona, Medaglia d'Oro al valor civile per la perdita di 1314 figli e la sconfortante devastazione subite nel corso della Seconda Guerra Mondiale, per la settantesima ricorrenza della Liberazione, si stringe attorno alle famiglie dei dispersi e fa degna memoria di ognuno di essi.
