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I piatti tipici di Ortona raccontati da una 90enne

Un menu completo dal sapore indimenticabile e senza tempo

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E’ un caldo pomeriggio d’estate. Tra gomitoli di lana colorati e ferri da cucito, troviamo un’anziana signora di 90 anni seduta nel giardino di casa sua impegnata all'uncinetto. Man mano che ci avviciniamo a lei, si sente sempre più un odore invitante di nevole ancora calde. Mentre intrecciava la lana con esperta agilità, ci ha accolto con grande gentilezza offrendoci le nevole appena preparate... è stato il preludio di una piacevole chiacchierata sui prodotti tipici di Ortona. 

Ci racconta che la nevola è venerata dagli ortonesi ed è il dolce tipico della città. Praticamente introvabile in altre località, si tratta di una cialda dal sapore delicato, arrotolata a forma di cono, costituito da un impasto di farina, mosto cotto e olio, aromatizzato con semi di anice, cotto tra due piastre di ferro.

Accomunate alle nevole, ci spiega, vi sono le pizzelle, altrove chiamate ferratelle. Altri dolci caratteristici sono legati a particolari festività: la cicerchiata a Carnevale; le zeppole a San Giuseppe; il fiadone, una specie di torta a base di formaggio e uova, cotta in caratteristici tegami di rame, a Pasqua; le crispelle, ossia semplici frittelle, e i cavicioni, fagottini a forma di grossi ravioli, ripieni di marmellata di uva e mandorle "scrucchijate" (o noci), preparati a Natale. 

Tra i primi piatti tipici di Ortona, ci racconta la signora, è apprezzata la pasta al sugo di "pelosi". Attenzione però: la "caccia" a questo prelibato granchio è resa particolarmente difficile da norme molto restrittive. Altrettanto apprezzati sono gli spaghetti aglio, olio e alici e i tagliolini al pomodoro fresco e basilico.

Tra i secondi piatti tipici, ci riferisce, troviamo le "pallotte casce e ove" (polpette a base di formaggio, uova e pangrattato), la grigliata di "fegatazzi" (salsicce di fegato), degli sfiziosi connubi tra mare e terra realizzati con seppie e piselli, baccalà e peperoni arrosto e baccalà e patate in umido e per finire il classico "pizze ‘e fuoije strascinate" (verdure ripassate in padella accompagnate con focaccia di granoturco).

Tra una chiacchierata e l’altra, tra un intreccio di lana e l’altro, si è fatto tardi. E’ giunta l’ora di tornare a casa e la signora ci saluta regalandoci una sciarpa creata interamente durante la piacevole e interessante conversazione.

Ascoltare una persona anziana è qualcosa di meraviglioso; c’è sempre tanto da imparare da loro.

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