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Antiche tradizioni: “lu fucaracce” di Villa Iubatti

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La sera del 7 Dicembre, a Villa Iubatti, ci si riunisce attorno ad un grande fuoco, in dialetto “lu fucaracce”, che viene acceso in piazza in onore dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. La contrada celebra con devozione la vigilia di questa importante festa cristiana da lungo tempo. La tradizione è molto antica e trascende diverse generazioni. Per saperne di più, abbiamo chiesto l'aiuto di Antonio (67 anni) perché ha vissuto questa antica tradizione fin dalla sua infanzia e si impegna da sempre in prima persona a tramandarla.

Nei ricordi d'infanzia, i giorni precedenti alla vigilia della festa, appena uscito da scuola, si riuniva con gli altri bambini. Tutti insieme andavano in giro per le campagne alla ricerca di legna da ardere. La magra refurtiva veniva posta su una griglia di canne per trascinarla fino al mucchio che giaceva in piazza.

A volte, trovare pochi ceppi era una impresa molto difficile e, pur di onorare la devozione, ci si adattava a raccogliere anche i rovi di spine. Con la voce rotta dall'emozione, Antonio ricorda che, nei periodi di maggiore difficoltà,  alcune persone bisognose andavano in piazza a prendere qualche ceppo per la famiglia. Quando la legna mancava, potevano prendere solo un po' di paglia. Non per scaldarsi, per tentare di fare il pane.

La sera del 7 dicembre, nonostante il freddo e le intemperie, ci si riuniva in piazza e si accendeva il fuoco, sempre nel solito punto. Allo spegnersi delle fiamme, i tizzoni ardenti venivano recuperati con i più svariati mezzi. Le famiglie che l'avevano, usavano un braciere da porre sotto il tavolo per scaldarsi, preferibilmente di rame perché non si deformava con l'uso prolungato. Altre avevano un braciere in ferro. Alcuni erano costretti a porre la brace nell'incavo del coppo rovesciato, che si usava abitualmente per la cottura dei cibi.

Nei ricordi di Antonio, la bisnonna raccontava che già ai suoi tempi a Iubatti “lu fucaracce” si accendeva puntualmente in piazza tutti gli anni nello stesso punto in cui si trova oggi. Quindi, si può dedurre che la tradizione ha accompagnato molte generazioni per più di un secolo di storia. Da allora ad oggi, non è mai venuta meno e, addirittura, ha guadagnato l'attenzione dei giovani del posto che contribuiscono a mantenerla come gli avi prima di loro.

Da circa 20 anni, mentre arde il fuoco, vengono offerti alcuni fritti poveri da gustare insieme, come le borragini “verraje” in pastella (erbe spontanee a foglia larga ricoperta da peluria) ed altri fritti comuni a impasto lievitato (“ciabbuotte” e “crespelle”). Il tutto accompagnato da un buon bicchiere di vino.

Ogni anno “lu fucaracce” è un'occasione per rievocare e rivivere, tramite la tradizione ed i suoi simboli, i gesti semplici con cui il mondo contadino ha sconfitto il tempo. 

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