Partecipa a Ortona Notizie

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

"Una battaglia osservata dall'alto assomiglia ad una scampagnata".

Il convegno sulla Battaglia di Ortona del 1943.

Condividi su:

"Una battaglia osservata dall'alto assomiglia ad una scampagnata".

Apre con queste parole di E.Flaiano la conferenza intitolata "il lungo inverno del 43", il docente di storia contemporanea, scrittore e profondo conoscitore degli avvenimenti bellici della Seconda Guerra Mondiale in Abruzzo, il Professor Marco Patricelli.

Nella Sala Multimediale del Museo della Battaglia di Ortona, gremita di appassionati di storia, di testimoni diretti di quegli avvenimenti e semplici curiosi, il professor Patricelli comincia ad illustrare ai presenti i motivi principali per i quali la battaglia di Ortona, seppur sanguinosissima e costosissima in termini di distruzioni e vite umane è stata lungamente e quasi sistematicamente occultata agli onori della storia.
E' per questo motivo che vengono scelte le parole di Flaiano ad apertura del dibattito, la realtà fu che per gli Alleati la conquista di Ortona non rappresentò nè una vittoria eclatante, così come sarebbe piaciuto al Generale Montogomery nè un obiettivo così significativo da giustificarne l'enorme dispiego di mezzi e materiali. Fondamentalmente dopo la Battaglia vinta sul fiume Sangro, il gen.Montgomery commise il grossolano errore di non continuare l'attacco che avrebbe messo in rotta le truppe germaniche, bensì si arrestò e diede a quel punto al nemico la possibilità di scegliere il luogo, la tempistica e le modalità per approntare i piani della nuova battaglia. Scelleratamente per noi questo luogo fu proprio Ortona.

"La scelta di mettere Ortona, ed insieme ad essa l'Abruzzo tutto, nel limbo della storia fu senz'altro una scelta da vedere in un'ottica politica più ampia, un'ottica nella quale si dovevano esaltare vittorie ed imprese più eroiche e schiaccianti piuttosto che ammettere una sofferenza patita da un nemico che si difendeva con un numero di uomini molto minore e praticamente con un armamento assai piu assottigliato perchè fagocitato dalla fornace della campagna di Russia", spiega  Patricelli "basti pensare che solo ad Ortona per conquistare 500 metri lineari di tessuto urbano, morirono circa 3500 soldati dell'Ottava Armata" ma", continua "non sarebbe l'unica omissione: si pensi al fatto ad esempio che la nascita della prima formazione partigiana italiana e cioè la Brigata Maiella, non fu neache menzionata e pertanto sconosciuta ai più, in quanto nel dopoguerra c'era necessità di inquadrare le formazioni partigiane in due canali ben precisi e cioè legate ai Partiti tradizionali", "la Brigata Maiella non rientrava in schemi politici ben delineati e probabilmente per questo motivo ne fu insabbiata l'esistenza".

Dopo questi interessanti spunti, la parola è passata al ricercatore storico Andrea Di Marco, che ha spaziato in ipotesi di ricerche storiche appropriate su nuovi e interessanti scenari.Uno di questi ad esempio fu quella che vide contrapposte le unità combattenti indiane dell'Ottava Divisione ed unità belliche della famigerata Armata Hermann Goering nei pressi di Casino Vezzani, così come approfondire questioni sullo spionaggio e la presenza di truppe fasciste italiane tra le file germaniche nel nostro scenario bellico e l'uso da parte degli Alleati di unità navali dedite al bombardamento di obiettivi sensibili.

Proprio da quest'ultimo scenario è nato un interessantissimo quanto combattuto dibattito sulla possibilità che, a distruggere parte della cattedrale dell'Apostolo San Tommaso sia stato, appunto, un proiettile di una qualche unità navale nei pressi del porto piuttosto che una scelta fatta dai tedeschi. Sull'argomento si è lungamente dibattuto tra gli scettici di questa teoria e i possibilisti.

Alle soglie del 70esimo anniversario della Battaglia di Ortona nonostante probabili insabbiamenti politico-storici, ancora molte domande e tanti perchè aleggiano sulla storia della nostra amata Città, resta invece unico ed assolutamente attuale l'imperativo da ricordare e tramandare ai posteri: MAI PIU'.

Lamberto Mascitti

Condividi su:

Seguici su Facebook