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Più che una pista ciclabile della Costa, un tracciato per mountain bike

Le riflessioni del prof. Luigi Lurago che parla anche di una pista ciclabile in centro urbano

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Credo nella bici come mezzo ricreativo e di trasporto, poi perché credo allo sviluppo turistico della città e alla conseguente creazione di occupazione, ed a una politica che non deve lasciarsi affascinare dalla facilità di ingannare i cittadini. troppo spesso distratti e ignari della possibilità di poter misurare la qualità della vita non solo dalla Passeggiata Orientale , dalla Strusciata per il Corso e dal poter collezionare simboli vuoti del nostro modello culturale.

Questa mia vuole essere sia una critica nei confronti della Pista ciclabile costiera e sia una proposta per le straordinarie possibilità di sviluppo legate appunto all’uso della bici.

Sono anni ormai che si parla della Pista costiera, creando nei cittadini un clima di positiva attesa e di speranza,come se ancora una volta la realizzazione di un’opera potesse da sola mettere in moto un processo di sviluppo.Una spesa preventivata che, per il solo Comune di Ortona è di 1.200.000 euro, di cui 150.000 già deliberati con un ricorso ad un mutuo, dovrebbe almeno avere come base di partenza uno studio credibile che ci facesse capire l’effettiva potenziale utenza e il relativo ritorno occupazionale ed economico anche all’interno di quella altre grande’’ illusione ‘che è costituito dal Parco Territoriale Costiero. La mancanza di tale approccio mi fa pensare che la realizzazione dell’opera sia semplicemente finalizzata a se stessa .L’opera per l’opera.

Entrando nel merito tecnico,dopo varie perizie sul campo,dopo essermi ampiamente documentato su questioni geologiche e ferroviarie e dopo vari sopralluoghi, mi sono sorti degli ulteriori dubbi. Ho riflettuto,infatti,sul fatto che la Pista corre in alcuni tratti ancor più vicina al mare dello stesso ex tracciato della ferrovia, che le mareggiate hanno già devastato,mentre il movimento franoso della scarpata costiera è in tale stato di avanzamento per cui gli interventi di risanamento sarebbero così costosi che le stesse FF.SS. hanno preferito rinunciarci, scegliendo un nuovo tracciato;infine,ho constatato che la messa in sicurezza della Pista e delle gallerie sarebbe estremamente onerosa e soggetta a variabili che richiederebbe una cospicua Polizza di assicurazione per gli utenti a carico della collettività. Ne vale la pena?Certo, se l’opera è finalizzata all’opera stessa!

Penso che,in realtà, il tracciato della ferrovia potrebbe essere usato qual è ad uso delle mountain bike.,indicandolo appunto come tracciato e non come pista,il tutto sempre a costo prossimo allo zero.

Per la bici vedo ben altre prospettive nell’ambito del nostro Comune,proposte che hanno un solo difetto: ancora una volta il loro costo è prossimo allo zero.

Il territorio del Comune di Ortona, per le sue caratteristiche economiche,paesaggistiche,ambientali e culturali si presta in un modo straordinario alla presenza sia di itinerari per mountain bike e sia di itinerari per Cicloturisti che, avendo bisogno di piccoli investimenti,potrebbero far dedicare le energie e le risorse alla diffusione di agriturismi diffusi,alla valorizzazione dei nostri prodotti e ad una efficiente pubblicità,alla nascita di imprese legate alle occasioni infinite che si legano al turismo.

Per quanto riguarda l’uso della bici ,non solo ricreativo ma anche come mezzo di trasporto,penso che sia indispensabile una proposta che renda possibile nell’ambito del centro urbano, l’uso quotidiano della bici.


E’ vero che il centro abitato di Fonte Grande presenta il duro ostacolo del vallone come pure è vero che salire dalla Marina è un considerevole strappo ma è anche vero che Terra Vecchia e Terra Nuova,San Giuseppe,Don Bosco e Costantinopoli fino ad arrivare alle Quattro stradesono quartieri che non presentano difficoltà altimetriche. Credo che una pista ciclabile urbana che ,partendo dalle Quattro Strade,scenda fino a Via della Libertà,proseguendo per il Corso fino a Largo Castello non solo richiederebbe un basso costo per sua realizzazione, ma certamente ci farebbe fare un passo in più verso una Città un po’ più vivibile ,una Città non più ostaggio dell’immobilismo, ma una Città che possa diventare il volano di un nuovo modello di sviluppo.

Se poi il tutto si va ad inserire in un contesto più ampio del solo Comune di Ortona e lo si allarga all’intero Parco Costiero e si prova a pensare in termini di sviluppo sostenibile-uso di energie alternative,mobilità non legata solo all’automobile,diffusione dell’agricoltura biologica,mercati a km.zero(a tale proposito è assolutamente encomiabile l’iniziativa della Cantina Sociale di Ortona che,in collaborazione con la Coldiretti ha aperto un punto vendita a ‘filiera corta’),il riuso delle decine di ettari di terreno agricolo ormai in stato di abbandono,una pianificazione del territorio che non preveda come unico fine il produrre ricchezza continuando a costruire all’infinito,ecc.,bene,solo se si prova ad immaginarsi uno scenario diverso si potrà anche apprezzare questa mia che potrebbe sembrare una stravagante ,irrealizzabile fantasia.

D'altronde perché non fare uno sforzo e,cercando di volare un po’ più in alto,non dare un’ occhiata a ciò che sta succedendo in giro per l’Italia e l’Europa: a Siena,a Freiburg in Bresgovia,nella Drome (regione francese del Rodano-Alpi)come esempio fra i tanti.

Purtroppo per immaginarsi un futuro che non sia una stanca conseguenza di questo opaco presente non basta ricoprire ruoli decisionali,non basta fare mutui per realizzare le solite opere pubbliche che non creano lavoro nel tempo,non basta esercitare il proprio potere solo per perpetuarlo o per pavoneggiarsi,ci vorrebbe un guizzo,una visione,un progetto per il futuro. Mi rendo conto che forse è chiedere troppo.

Prof. Luigi Lurago

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