Micoperi e rischio licenziamenti, i nodi arrivano al pettine
Non è una crisi qualunque quella resa pubblica dalla società Micoperi che mette in evidenza la sempre più fragile economia Ortonese.
La società navale off shore fa presente che le hanno tolto parte del deposito/cantiere di via Cervana. Un colpo di spugna che la Micoperi non accetta e che rischia di mettere in ginocchio la sua attività portuale e di conseguenza i lavoratori che direttamente o indirettamente sono collegati alle sue attività .
Insomma a tirare le somme a scapito di Ortona come al solito sono enti e potentati esterni, come l’Autorità Marittima di Ancona che secondo la Micoperi ha fatto un taglio così netto e improvviso, a favore di altri.
L’interrogativo da porsi è perché Ortona perde sempre: con le Ferrovie, con la Regione, con l’Autorità portuale, con le società di servizi, con quanti si comportano come Capitani di ventura e monopolisti di agricoltura, porto, e altro? Perché l’istituzione cittadina per eccellenza ossia il Comune è la grande assente.
Ci sono iniziative ad esempio per dire no alla Autorità Marittima, che tra l’altro sono anni che promette lavori per il porto ma mai li esegue?
Ci sono iniziative concrete e non balbettii per dire alle Ferrovie cosa combina nelle gallerie e quali rischi ci sono per i promontori? Ci sono forse iniziative o progetti con assessorati regionali e ministeri per frenare la crisi produttiva e della agricoltura così palese con le difficoltà delle Cantine sociali? Ci sono ad esempio progetti avviati per fondi europei? Evidentemente la ragione é unica: perché opporsi quando poi con il silenzio e gli atti non fatti, ci si va sotto sotto a braccetto?
peppino polidori cs