Ortona unisca le forze e chieda alle Ferrovie il rispetto della città e del suo sviluppo futuro
Per far crescere Ortona, per creare occasioni di sviluppo vero e di lavoro dobbiamo pensare in modo nuovo e coraggioso. Servono progetti che abbiamo un impatto forte e positivo sulla città. Sindaco e assessori si accontentano soddisfatti che dopo 50 anni, - dico 50 anni - sono stati stanziati i fondi per il consolidamento del colle di Costantinopoli. Io dico, invece, che dobbiamo spostare l’intero tracciato ferroviario come è stato fatto a Pescara e a San Vito. Dobbiamo liberare la costa da un tracciato ferroviario che da decenni si rivela inutile e dannoso. Grazie alla arrendevolezza di sindaci e amministrazioni passati e presenti le Ferrovie hanno bloccato pesantemente la città e non se ne vede ancora la fine. Torno a ripetere cose che ho detto un anno fa, è inammissibile (anche penalmente) che Rete Italia non dica nulla sui lavori decennali delle Gallerie, che non sistemi il piazzale della Stazione, che non faccia fermare un treno ad Ortona. Come Comune dobbiamo realizzare un fronte unico chiamando a unirsi con noi Francavilla, per obbligare le Ferrovie a ripensare 15 chilometri del suo tracciato che oggi rappresenta un’anomalia e una fonte di allarme per i treni che entrano in tunnel realizzati in un territorio collinoso reso fragile da smottamenti e infiltrazioni di acqua. Un rischio non solo per i convogli ma anche per le aree collinari e le case. C’è qualcuno tra enti e uffici competenti che si sia posto il problema delle vibrazioni prodotti dai convogli merci che sono in drastico aumento?
Liberare la costa dai binari per farli arretrare significa fare di Ortona una città nuova, far crescere iniziative imprenditoriali innovative, fare spazio alla creatività dei giovani nel settore turistico e commerciale. Assicurare nuove opportunità di sviluppo turistico nella zona nord con un viale che potrà affiancare la ciclopedonale, senza più binari e gallerie che rappresentano barriere insormontabili. E, ancora, se vogliamo uno scalo marittimo che abbia un futuro e dia ricchezza ad Ortona dobbiamo liberare il suo retro porto. Se vogliamo che approdino navi turistiche serve spazio e lo spazio è quello che le Ferrovie hanno occupato senza dare in cambio nulla. Nemmeno i servizi igienici della stazione.
Se il sindaco Castiglione e i suoi consiglieri si dichiarano soddisfatti per gli spiccioli avuti per il colle di Costantinopoli, io credo che come per il Piano regolatore di Coletti/Castiglione, la città è condannata a non avere un futuro. Non si tratta di politica ma di scelte. Ortona è ferma da decenni perché nessuno ha avuto il coraggio di lottare per la città. Non è impossibile cambiare rotta ma serve determinazione e un Comune unito.
Infine una constatazione amara, a queste mie parole che scrivo e che ho detto in Consiglio Comunale. A questo mio appello a unire le forze, un consigliere del sindaco ha ironizzato dicendo in Aula: “L’amministrazione prossima di Polidori riuscirà a risolvere!”. Io comunque anche da consigliere di opposizione le proposte le faccio, attendo però qualche idea e progetto serio del sindaco e dei suoi sul futuro di Ortona che finora hanno partorito un nulla sottovuoto amministrativo.
POLIDORI PEPPINO CS