Nel Consiglio Comunale che si è tenuto ieri 13.1.2017, e all’interno del quale la maggioranza D’Ottavio/Coletti, chiedeva che venisse votato il “nuovo” piano regolatore della città di Ortona, si è consumato l’ennesimo fallimento politico, infatti la maggioranza (se ancora si può chiamare cosi), non aveva i numeri per approvare l’importante strumento urbanistico ed il punto, su proposta di un consigliere di opposizione, è stato ritirato.
Per la verità su tutte le tematiche di un certo rilievo che ha trattato nel corso dell’intera legislatura, questo governo della città mai ha avuto numeri da vera maggioranza (vedi PRG, vedi affidamento Ecolan ecc. ecc.)
Si è così evitato che l’amministrazione D’Ottavio/Coletti adottasse un ulteriore provvedimento punitivo per la città prendesse vita, un PRG scopiazzato dal precedente, senza alcuna previsione di sviluppo per la città che lo mortificava nei suoi aspetti essenziali, negando un incremento demografico e uno sviluppo economico eliminando tutte le possibilità di crescita in tutti i settori.
Soprattutto quel PRG legalizzava quella tassazione iniqua, inopportuna e sconsiderata che questa Amministrazione aveva posto in essere, milioni e milioni di euro riscossi da ignari cittadini che nessun beneficio hanno avuto da tale strumento urbanistico.
Senza considerare poi che la sola proposta di tale PRG, certifica la totale incapacità amministrativa di questo governo della città, per non essere riuscita neppure a dotarsi di un proprio strumento di programmazione del territorio, cioè di esprimere una propria idea di città, cosi come aveva promesso rappresentandolo nel suo programma elettorale.
Per la verità nello stesso Consiglio Comunale, si è anche assistito a chi, dai banchi dell’opposizione, ha offerto il proprio contributo per poter risolvere i gravi danni procurati alla città, offerta che per la verità è stata da subito raccolta dal maestro di tali alchimie, ma che purtroppo per loro non sortirà effetto alcuno, per fortuna le epoche camaleontiche sono finite, la città è matura per capire che gli interessi della città non si ravvisano e tutelano “solo” a quattro mesi dalle elezioni.
Chi aveva a cuore gli interessi della città, senza incomprensibili “salti della quaglia” ben poteva esercitare il proprio mandato per come la città lo aveva delegato, o dalla maggioranza, con le responsabilità di governo, o dalla opposizione con le responsabilità di controllo e di proposizione, a quattro mesi dalle elezioni ogni iniziativa di tal genere non è credibile se non l’ottica di procurare vantaggio politico a se stessi.
c.s. Consigliere Comunale Tommaso Cieri