Che la situazione Amministrativa Ortonese sia allo sbando è sotto gli occhi di tutti e a nulla vale qualche realizzazione ordinaria che lascia il tempo che trova. Non siamo Amministrati da tanto tempo ed è chiaro che il comandante in capo, quello insignito del più alto grado, ne porta una buona parte di responsabilità . Posso anche aggiungere, per non far arrabbiare qualcuno, che anche Tommaso Coletti quale capogruppo del PD ne porta una qualche responsabilità ma il Sindaco è la massima autorità e fa e disfa le Giunte a proprio piacimento. L'ultima anche contro il proprio Partito tanto è che il PD non è più nella maggioranza ma è all'opposizione convintamente. Ora il Sindaco D'Ottavio non ha più uno straccio di maggioranza e i provvedimenti che vengono portati in Consiglio Comunale, in tanti non vengono nemmeno votati e vengono rimandati da consiglio a consiglio. Tanto è vero che alcuni di essi sono ben 5 volte che non vengono nemmeno discussi.
In questo bailamme, il Presidente del Consiglio Ilario Cocciola, persona equilibrata e sempre riflessiva e ragionevole, ha cercato con pacatezza di far capire al Sindaco che non si può continuare così, che il Consiglio Comunale ha perso la bussola, che i provvedimenti incancreniscono, che i consiglieri non vengono coinvolti e che quindi c'è uno scollamento totale tra l'esecutivo e i consiglieri che dovrebbero sostenerlo. Il Presidente del Consiglio ha detto con toni moderati ma con parole inequivocabili e ferme che ormai il sindaco non ha più la fiducia del Consiglio Comunale tanto è vero che solo 5 consiglieri su 16 non ne hanno chiesto le dimissioni.
Se questo è vero (e lo è), la domanda che ci poniamo noi è: Perchè il Sindaco non si dimette?
E' chiaro che questa situazione in qualsiasi altro Paese del Pianeta avrebbe comportato una assunzione di responsabilità diversa. Secondo noi, ma è soltanto una opinione personale, le dimissioni sarebbero d'obbligo ma evidentemente ci sbagliamo e per questo ne chiediamo venia ma permetteteci comunque di esprimerla con forza e senza nessun dubbio.
Le diatribe interne al PD, le lotte senza quartiere per posizioni di potere, le estromissioni di assessori senza giustificazione apparente, hanno minato alle fondamenta questo Governo e i Cittadini pagano sulla loro pelle tutti gli effetti negativi della situazione Nazionale, accentuate dall'inefficienza totale della nostra Amministrazione.
Le aziende continuano a chiudere, i posti di lavoro diminuiscono, la povertà incombe ed è vista in ulteriore aumento, i giovani devono emigrare, l'Ospedale sta esalando l'ultimo respiro nonostante il grande impegno profuso dal Comitato spontaneo che lo sta difendento con le unghie e con i denti, il commercio è allo sbando totale, forse Ortona è l'unico Paese del circondario che non ancora ha un cartellone per l'Estate.
L'unica vera opera realizzata è il campo in erba dello stadio comunale per la modica cifra di circa 400.000 euro incredibile ma vero, ma quello che disarma maggiormente è una mancanza di prospettive per il futuro. I cittadini sono all'esasperazione ed hanno gioito solo per la decurtazione dell'indennità del Sindaco e degli Assessori pari al 60% e questo grazie al Gruppo PD che ha recepito la manifestazione e la raccolta di firme fatta dai cittadini contro l'aumento della tassa TARI, dove il PD aveva preso l'impegno di opporsi a qualsiasi altro aumento e così è stato.
In questa assurda situazione di degrado cittadino ci si aspetterebbe che si facesse un mea culpa e se ne prendessero le responsabilità facendo un passo indietro ma il motto che avanza é: «Prendetemi tutto... ma non la mia poltrona!»
Il nostro auspicio è che si vada al più presto alle elezioni. E' meglio il commissario che questo stillicidio continuo.
Visto che di dimissioni non se ne parla, non resta che bocciare il Bilancio di previsione del 2015 e mandare tutti a casa.
Un appello: bocciatelo perché e' solo un servizio, forse l'unico che si possa fare per il bene della città .
PS : Buon estate e buon bagno a tutti, vi do appuntamento a dopo le ferie, se non ci saranno fatti eclatanti prima.