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Come sta cambiando il mercato del vino? Ce ne parla il Presidente della Cantina di San Zefferino

La cantine sociali si aggiornano alle nuove richieste del mercato

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Il  Presidente della Cantina di San Zefferino Carlo De Iure, alla guida della cantina dal 1991 e che nel tempo ha seguito il mercato locale vitivinicolo da protagonista, ci fa da guida per capire come sta cambiando il mercato del vitivinicolo locale. 

Da esperto del settore, ci chiarisce perchè è cambiata la tipologia di vitigni coltivati nelle campagne ortonesi? 

«Negli anni "90 la produzione del vino Abruzzo era per la gran parte destinata alla distillazione per i contributi Comunitari, finiti gli aiuti è cominciato un nuovo periodo,non più produzioni con rese altissime, vedi il pergolone, ma uve da vino mirate alle richieste di mercato; oltre al trebbiano, pecorino, chardonnay, passerina, cococciola, pinot-grigio per i vini bianchi e montepulciano d'abruzzo, cabernet e merlot, per i vini rossi.

Come  sono cambiati i gusti dei consumatori? 

«Negli ultimi anni, tenuto conto della flessione del consumo, in Italia il consumo è sceso ben sotto i 40 litri pro-capite, ed i nuovi mercati emergenti, per esempio i mercati asiatici, e la nuova moda-giovane, vi è sempre più richiesta di vini con bollicine con giusta gradazione alcoolica, ricca di profumi, tracciati e certificati. Nel frattempo avvertiamo una diminuzione di richieste di vini barricati con profumi legnosi e gradazione alta».

Come arriva sul mercato il vino prodotto nella nostra regione? 

«Dei vini prodotti nella nostra regione solo un quarto o poco più vengono venduti in bottiglia, la parte maggiore, 75% circa, viene venduta in cisterne»

Quali sono i nuovi problemi che le cantine devono affrontare? 

«Mentre in passato gli acquirenti facevano contratti voluminosi e ritiravano il prodotto in breve tempo ora ritirano solo il necessario facendo fare magazzino alle nostre cantine che aggiunto alla lungaggine nei pagamenti, altro che art. 62, creano gravi problemi di liquidità alle cantine»

L’art. 62 del DL n. 1/2012,  aveva previsto che, per i contratti che hanno ad oggetto la cessione dei prodotti agricoli e alimentari, ad eccezione di quelli conclusi con il consumatore finale, il pagamento del corrispettivo doveva essere effettuato inderogabilmente per le merci deteriorabili entro il termine legale di trenta giorni e per tutte le altre merci entro il termine di sessanta giorni. Applicato nel mercato vitivinicolo della nostra realtà, l'articolo ha mandato in crisi alcune cantine sociali.

Nel tempo, per assicurare ai loro soci adeguate fonti di reddito, le cantine si sono strutturate in modo diverso. La San Zefferino ,negli anni '70, alla struttura per la trasformazione dell'uva in vino, ha affiancato anche il frantoio sociale, che lavora circa 6.000 quintali di olive raccolte negli uliveti ortonesi. L'olio ricavato viene venduto direttamente ai consumatori nel proprio punto vendita. In questo modo riesce coniugare la maggior redditività agli agricoltori ortonesi, ottenuta grazie all'accorciamento  della catena distributiva dal produttore al consumatore, con i vantaggi per i consumatori sulla certezza della provenienza del prodotto consumato.

In periodi caratterizzati da notizie di chiusure di aziende e di licenziamenti, e di conseguente dipendenza delle realtà locali dai trasferimenti di risorse pubbliche, nel panorama ortonese, ci sono quindi realtà positive, e la cantine sociali sono tra queste, che possono essere una concreta possibilità di alternativa per il futuro.

Nel video il Presidente della Cantina San Zefferino di Caldari Ortona, Carlo De Iure, ci parla di come sono strutturati i canali di commercializzazione della Cantina di San Zefferino e di come aiutano a migliorare la situazione economica dei soci.

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