Nonostante tutto, c’è ancora tempo per non sprecarne altro.
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Non passa settimana che l’amico Giovanni, pensionato ortonese, non ribadisca telefonicamente tutto il suo disagio e insofferenza nell’affrontare il vivere quotidiano dove il costo della vita è sempre più alto, i servizi sempre più scadenti e i media evidenziano costantemente una situazione preoccupante, fatta di scandali che imperversano nei palazzi del potere, nei vari enti e nel contesto politico, sociale e culturale. Tanti, troppi gli uomini e le donne delle istituzioni che vengono coinvolti in vicende poco limpide in casi diversi tra loro, ma che hanno tuttavia un grave comun denominatore: la sconsiderata gestione del denaro pubblico. |
Soggetti che dovrebbero innanzitutto avere come priorità l’interesse della collettività si sono occupati di ben altri (e poco nobili) obiettivi.
Se poi quasi il 50% degli italiani non va più a votare non bisogna più chiedersi perché ma esattamente l'opposto: perchè dovrebbe andare a votare visto che ad oggi non si è mai agito concretamente per invertire un trend non più fisiologico e ormai ben oltre la soglia di attenzione?
Corruzione, inefficienza, mancanza di trasparenza e distacco dalle esigenze dei cittadini hanno portato al sopravvento della logica del “non vado più a votare, perché non cambia mai nulla” che oltre ad essere una sconfitta della democrazia, delle Istituzioni è la diretta conseguenza della scarsa credibilità che gli elettori riscontrano sempre con maggiore frequenza e rabbia.
La gente ne sente troppe e vuole altro, ben altro (servizi e qualità della vita), regole certe dove la norma, per chi sbaglia, è fuori con dimissioni immediate e senza più alcuna possibilità di rientrare in nessun ente pubblico, punto.
La politica ha i suoi costi. Sta a chi viene eletto, a chi amministra e gestisce il patrimonio pubblico farlo con parsimonia e agire con correttezza; è una questione etica.
La politica rispecchia sempre gli uomini e le donne che la esprimono e questo non è un dato variabile: è sempre così, per sua stessa definizione.
Dunque oggi non indigniamoci troppo, non facciamo quelli che cadono dall’albero della cuccagna stupiti e meravigliati. Sono molti, molti anni che parliamo di queste cose, e tirarsi fuori ora con la scusa che “loro” hanno detto, fatto, tramato, è la più indecente delle deduzioni ma, tenendo conto dei tantissimi esempi dell'ultimo ventennio, è contestualmente una decisione molto ardua.
E’ un fatto culturale: dobbiamo ripartire da qui. Serve un nuovo tipo di approccio alla cosa pubblica: saper innovare significa anche mettere in pratica metodi capaci di fare la differenza rispetto al passato, anche recente.
Ci sono parole che pesano come macigni; infatti non è pura questione lessicale quando si parla di rispetto delle regole, oculatezza, responsabilità, sana gestione dei conti pubblici. che abbinate a lavoro, organizzazione e alla capacità di andare oltre ….. gli ingredienti giusti per un futuro davvero diverso.
Un uomo che cambia, cambia il mondo.
Un cittadino curioso, visceralmente ed orgogliosamente “libero pensatore”, che continua ad avere Ortona nel cuore.


