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"Ortona non è una città per gay"

L'intervento del presidente dell'Arcigay Chieti contro il gemellaggio Ortona-Volgograd.

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Ancora una volta la politica abruzzese vince per la sua cecità di fronte alla realtà e ancora una volta a farne le spese, per adesso solo sul piano simbolico, sono le persone lgbt della provincia di Chieti, dell’Abruzzo e italiane e anche russe.

Dopo il sostanziale silenzio delle istituzioni italiane – ad eccezione del Comune di Milano che ha meritoriamente sospeso il gemellaggio con San Pietroburgo – a seguito della legge anti-gay approvata e mortalmente applicata in Russia, il Comune di Ortona ci lascia sgomenti per l’incapacità di valutare il da farsi: e così l’intero consiglio comunale, all’unanimità, consegna al Sindaco della città il mandato di portare a compimento il gemellaggio con la città russa di Volgograd e lo fa con una motivazione che esprime tutta l’ignoranza del caso: ‘la storia non ha da ripetersi’.

Siamo d’accordo anche noi che gli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale debbano essere ricordati: e proprio per questo è da ricordare che vittime del delirio nazifascista (e non solo) furono più di 100.000 omosessuali di varia nazionalità, fatto in Italia colpevolmente dimenticato quando si ‘ricorda’ la Shoah e la Seconda Guerra Mondiale. Se questo è vero, questo gemellaggio ha un significato chiaro: non solo il complice silenzio rispetto a quanto accade in Russia alle persone lgbt, ma anche un chiaro avallo delle persecuzioni antigay.

Dopo i manifesti omofobi di Forza Nuova dell’anno scorso – a cui seguì il silenzio di tutta la politica abruzzese – ancora una volta dobbiamo riconoscere che Ortona non è una città per gay.

Claudio Minetti
Presidente Arcigay Chieti
Sylvia Rivera

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