Da analisi dei sedimenti dell’Adriatico prospiciente l’Abruzzo e il Molise, effettuate alcuni anni fa, veniva fuori secondo una tabella ICRAM una “tossicità media”, quindi un importante campanello d’allarme sulla fragilità ecologica del nostro mare.
Tuttavia gli enti preposti alle autorizzazioni per le prospezioni e coltivazioni petrolifere hanno incrementato i permessi e oggi il medio Adriatico è densamente punteggiato di pozzi. Ci hanno sempre rassicurato che i pozzi sono sicuri e che le preoccupazioni degli ambientalisti, dei cittadini e degli operatori turistici sono eccessive.
L’incidente del 21 notte, nei pressi del campo Rospo Mare tra Vasto e Termoli, impone una presa di coscienza da parte di tutti, ma soprattutto da quelle istituzioni, regionali e governative che devono analizzare le richieste di concessioni. Sanno tutti che l’Adriatico è un mare piccolo e chiuso, un incidente di dimensioni più grandi di quello appena verificatosi potrebbe dare un colpo mortale al delicato ecosistema del nostro mare.
Nel frattempo non mi sembra siano venute fuori dichiarazioni da parte del Presidente della Giunta o di assessori regionali, forse erano più importanti le liste elettorali.
D’altra parte anche la vicenda della perimetrazione del Parco Nazionale della Costa teatina, con le proroghe dal 31 dicembre 2011 al 31 dicembre 2012, e ora a giugno 2013 danno la misura di come le tematiche ambientali stiano a cuore ai nostri amministratori.
Comunicato stampa SEL Regione Abruzzo