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Vino cooperativo: un progetto di filiera per la valorizzazione dei vini spumanti delle varieta’ autoctone della regione Abruzzo

La Vin.Co. di Ortona - Contrada Cucullo - capofila del progetto di cooperazione sottoscritto tra alcune cantine cooperative abruzzesi

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Presentato il 24 gennaio, presso l’Hotel Esplanade a Pescara, in occasione dell’inaugurazione della seconda edizione di SpumantItalia, il festival della bollicina italiana, il progetto di filiera delsettore vitivinicolo della Regione Abruzzo per il Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020, Misura 16.2 “Sostegno a progetti pilota per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie”, ovvero l’accordo di cooperazione sottoscritto tra alcune cantine cooperative abruzzesi della provincia di Chieti e aziende agricole con l’Università di Teramo, l’Università di Chieti-Pescara e il Polo Agire per raggiungere un importante obiettivo: la valorizzazione dei vinispumanti da varietà autoctone d’Abruzzo.

Hanno presentato il progetto di filiera, coordinati dal giornalista, Andrea Zanfi, esperto in bollicine italiane, :

Carlo De Iure, Presidente di Vin.Co. capofila dello stesso,

Valentino Di Campli, Presidente del Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo,

Lino Olivastri, Enologo Codice Citra,

Rosanna Tofalo, Università degli Studi di Teramo,

Riccardo Palumbo, Università degli Studi di Chieti-Pescara,

Donato De Falcis, Polo Agire

e Emanuele Imprudente, Vice Presidente e Assessore Agricoltura Regione Abruzzo.

L’iniziativa prevede un piano strategico di investimenti con tre finalità principali:

- il miglioramento della competitività dei produttori primari integrandoli al meglio nella filiera vitivinicola per la produzione di vini spumanti;

- la caratterizzazione del prodotto, per renderlo riconoscibile e di territorio

- l’aumento del valore aggiunto del vino base spumante, ad oggi venduto per la quasi totalità fuori Regione;

Sono state illustrate dai vari relatori le principali azioni inserite nel piano strategico, come ad esempio: gli investimenti finalizzati alla riduzione dell’impatto ambientale dell’agricoltura mediante la conservazione del suolo (agricoltura conservativa, agricoltura di precisione, utilizzo razionale delle risorse idriche);

gli incentivi all’introduzione di innovazione tecnologiche in campo informatico e nei processi produttivi, alla razionalizzazione dei processi di raccolta, stoccaggio e condizionamento;

la realizzazione di un protocollo di produzione di tutte le fasi della filiera caratterizzato da innovazione di processo e di prodotto attraverso la partecipazione attiva dell’Università UNITE, di Teramo e l’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara; gli investimenti nelle fasi di imbottigliamento e logistica, attraverso l’utilizzo di tecnologie volte a migliorare la fase di conservazione e affinamento, per finire a quelli destinati al marketing strategico per individuare un prodotto identificativo del territorio.

“ Se esiste un tipo di vino che unisce la crescita con l’alta concentrazione sui mercati, questo è lo spumante, soprattutto da quando è esploso il fenomeno “prosecco” che ha aumentato esponenzialmente il numero di bottiglie in commercio - ha precisato Carlo De Iure Presidente Vin.Co ,

ed entrando nei dettagli ha aggiunto - nel 2017 il volume di spumante movimentato è stato pari a 8,1 milioni di ettolitri, di cui il 61 % solamente in Europa.

Nel 2018 l’export di spumanti ha raggiunto quota 1,5 miliardi di euro.

Per quanto riguarda la Regione Abruzzo vitigni come: Trebbiano, Montepulciano, Pecorino, Passerina, Cococciola, Montonico sono da sempre il nostro orgoglio; ma non tutti sanno che, oltre a generare vini fermi di qualità, quelle stesse uve vengono utilizzate e trasformate altrove, come basi per la produzione di vini mossi.

Gli scenari di mercato decisamente in movimento ci hanno spinto ad unire le forze per proteggere e migliorare la qualità dei vini autoctoni, aumentare la redditività dei nostri soci, delle nostre attività ed esportazioni ottimizzando i costi e garantendo quella capacità produttiva, che solo una grande struttura può dare.

Il nostro è un progetto molto ambizioso che rafforza la cooperazione in Abruzzo e punta al miglioramento di tutta la filiera produttiva per incrementare il valore aggiunto del vino base spumante nella nostra Regione. “

“ Lo scenario vitivinicolo regionale attuale è caratterizzato da una importante produzione che ci colloca al 5° posto in Italia per produzione vitivinicola, di cui purtroppo ancora il 60% destinata a vino bianco e rosso generico con prospettive di mercato e sociali di scarso valore. - ha sottolineato nel suo intervento Valentino Di Campli Presidente del Consorzio di Tutela Vini D'Abruzzo -

continuando nella sua analisi ha sottolinato " , che da anni si riscontra una sempre maggiore richiesta dei nostri vini generici sfusi quali base spumante, in particolare dai mercati del nord Italia e nord Europa, purtroppo con scarsa remunerazione.

Il sistema vitivinicolo abruzzese pur essendo caratterizzato da impianti di vigneti autoctoni adatti alla spumantizzazione quali Trebbiano, Pecorino, Cococciola, Passerina, Montonico, Montepulciano, ma anche internazionali come Chardonnay e da numerose cantine, soprattutto cooperative diffuse su tutto il territorio e che rappresentano il cuore pulsante del settore stesso, è fortemente carente nella filiera produttiva di assetto industriale e commerciale per poter valorizzare le produzioni a vantaggio della redditività dei propri agricoltori.

Agricoltori e Cantine Sociali d'Abruzzo hanno colto l'opportunità offerta dal Piano di Sviluppo Rurale della nostra regione che, per la prima volta, ha offerto l'occasione di partecipare ad un Bando per un Progetto di Filiera rivolto ad un progetto strategico per il miglioramento economico e sociale di tutto il comparto vitivinicolo.

Il Progetto di Filiera nasce da un bisogno che si è andato sempre più delineando negli ultimi decenni: migliorare la competitività dei produttori primari integrandoli meglio nella filiera vitivinicola attraverso protocolli produttivi di qualità. Tutto ciò mira a garantire il riconoscimento di un giusto valore dei vini abruzzesi e al miglioramento della remunerazione dei produttori guardando al futuro del comparto produttivo. 

Da questa consapevolezza, avvalorata anche da analisi di dati e da uno Studio di Fattibilità, è quindi, maturata la volontà di accrescere il valore del vino che trasformato sul territorio di produzione renda protagonista la filiera del vino abruzzese. L'investimento in un progetto strategico con un assetto industriale adeguato e con la revisione dei disciplinari di produzione già presentati al Ministero delle Politiche Agricole, negli anni porterà ad una significativa e progressiva valorizzazione dei vini bianchi, consentendo all'Abruzzo di migliorare il suo posizionamento nel mercato delle bollicine da tanti anni in crescita mondiale.

Solo con azioni materiali ed immateriali coordinate potremo presentarci in modo credibile con un "prodotto di territorio" che faccia conoscere, non solo il nostro vino spumante, ma anche l'Abruzzo nella sua interezza come scrigno di natura, arte e cultura ancora sconosciute per molti, con benefici economici e sociali non solo per il mondo agricolo. "

Il Consorzio di Tutela dei Vini d'Abruzzo è impegnato a stimolare e supportare tutte le iniziative volte a coinvolgere tutti gli attori della filiera, per cogliere le opportunità di un mercato in continua crescita capace di trainare non soltanto i vini ma interi territori." 

 

Altre interessanti tematiche sono stati affrontati dagli altri relatori intervenuti nel corso della presentazione.

 

Rosanna Tofalo dell’Università degli Studi di Teramo

ha parlato del iglioramento delle qualità e della complessità dei vini spumanti d'Abruzzo attraverso lieviti autoctoni.

 

“ Recentemente sono state sviluppate nuove tipologie di vino a partire da vitigni autoctoni che rappresentano un potenziale enologico di elevata qualità per la regione Abruzzo. Tuttavia, la produzione di alcuni vini è superiore alle richieste di mercato. - ha afermato nel suo intervento - Pertanto, un'interessante alternativa è la produzione di vini spumanti da cultivar autoctone. In particolare, un notevole interesse di mercato è legato alla diversificazione delle cultivar per la produzione di vini base spumante. In quest'ottica, negli ultimi anni, presso la sezione di Microbiologia enologica, Facoltà di Bioscienze e Tecnologie Agro-alimentari e Ambientali (Università degli Studi di Teramo), in collaborazione con aziende vitivinicole del territorio è stata avviata una caratterizzazione di microrganismi protecnologici vinari mediante tecniche di selezione adattative e genetiche da utilizzare per la diversificazione e la differenziazione dei vini. In particolare, lo studio dei lieviti non-Saccharomyces in combinazione con Saccharomyces cerevisiae, tipologia di inoculo, alimentazione azotata appropriata, ha consentito di migliorare le caratteristiche identificative/organolettiche del prodotto finito.

Nell'ambito del progetto VIN.CO sono stati selezionati lieviti da diverse cultivar (Cococciola, Passerina, Trebbiano, Montonico e Montepulciano) e impiegati per ottenere il vino base e/o per la loro rifermentazione in vini spumanti. I primi risultati suggeriscono un ruolo positivo dell'inoculo sequenziale e non di Torulaspora delbrueckii/S. cerevisiae e Starmerella bacillaris /S. cerevisiae per la produzione di vino base con profilo aromatico apprezzabile e diversificato oltre a una migliore permanenza del perlage nei vini spumanti. Sulla base di questi risultati, la strada intrapresa sembra incoraggiante e apre nuovi scenari enologici applicabili non solo alla regione Abruzzo. “

 

Riccardo Palumbo dell’ Università degli Studi di Chieti-Pescara si è soffermato sul contributo del neuro-marketing alla valorizzazione dei prodotti enologici.

 

“ Chiunque si proponga di offrire un prodotto sul mercato sa che il successo è legato alla capacità di dare risposta a una molteplicità di domande. Le più importanti coinvolgono il comportamento dei consumatori/clienti e possono riguardare il design del prodotto, il design della comunicazione, il processo di acquisto e consumo.

- e passando nel dettaglio del suo intervento ha propost alcune domante - Le imprese sono dunque chiamate a rispondere a domande del tipo: Quali valori? Quali materiali? Quale visual? Quale logo? Quale payoff? Quale packaging? Quali processi/percorsi di acquisto e d'uso post-acquisto? Quale locandina, brochure, copy pubblicitario? Quale architettura delle informazioni? Per rispondere a queste e ad altre domande, le ricerche di mercato hanno elaborato metodi e tecniche di raccolta e analisi dei dati via via più accurate. I più diffusi (e tradizionali) si basano su misure auto riportate (si chiede a panel di intervistati di riportare in modo esplicito le proprie

preferenze e di dichiarare le loro intenzioni). In tempi più recenti è cresciuta la consapevolezza della incapacità degli esseri umani di predire cosa faranno.

Le neuroscienze e la psicologia cognitiva hanno chiarito che i processi mentali coinvolti nelle decisioni economiche sono per lo più inconsapevoli e in parte mediati dalle emozioni.

Si sta dunque affermando una nuova scienza che unisce lo studio del comportamento del consumatore con le neuroscienze al servizio delle ricerche di mercato e che viene dai più denominata neuromarketing.

Il neuromarketing utilizza tecnologie e metodologie che consentono di studiare il comportamento del consumatore con misure implicite e in profondità e consente di analizzare congiuntamente i 3 driver del comportamento: emozione, cognizione e azione.

Tali tecniche sono particolarmente utili nel caso di prodotti la cui scelta di consumo è marcatamente legata alla sfera delle emozioni. Il vino è probabilmente la migliore esemplificazione di tali prodotti. Per questo il neuromarketing trova un perfetto ambito di applicazione proprio nella valorizzazione dei prodotti enologici. “

L'intervento mira a spiegare – con esemplificazioni – le potenzialità del neuromarketing nella valorizzazione dei prodotti enologici e a mostrare alcuni strumenti e tecniche utilizzabili. “

 

Donato De Falcis del polo Polo Agire ha parlato del supporto dell'analisi socioeconomico allo sviluppo della Filiera vitivinicola Vin.Co in Abruzzo.

 

“ L'attività di ricerca del Polo di Innovazione Agroalimentare Agire avrà ad oggetto principale la creazione ed il mantenimento di un set di dati agrometeorologici relativo agli areali di produzione individuati. L'acquisizione di tali informazioni permetterà l'elaborazione di modelli previsionali per la gestione degli attacchi patogeni e delle infezioni primarie, consentendo lo sviluppo di un supporto decisionale per la gestione dei vigneti. Nei processi produttivi agricoli, il ruolo dell'agrometeorologia è quello di fornire elementi conoscitivi in grado di assistere i produttori agricoli nella gestione degli agrosistemi sia dal punto di vista economico sia da quello della sostenibilità ecologica. Le informazioni agrometeorologiche mirano a fornire dati specifici sull'andamento meteo-climatico pregresso registrato in una determinata zona, elementi con una influenza diretta sul ciclo vegetativo delle colture e che condizionano l'efficacia dei trattamenti fitosanitari. La possibilità di poter contare su informazioni meteo puntuali, aggiornate ed affidabili, che permettano interventi di difesa mirati e programmati, garantirà una gestione sostenibile del vigneto ed un incremento qualitativo delle produzioni. Tali informazioni, oltre ad essere oggetto di analisi aggregate, saranno rese disponibili on-line ed in tempo reale.

Incrementare la sostenibilità socio-economico-ambientale della filiera produttiva vitivinicola abruzzese mediante l'introduzione di innovazioni tecnologiche: questo è, in sintesi, il fine ultimo dell'azione del Polo Agire. “

 

Emanuele Imprudente , Vicepresidente e Assessore Il Vicepresidente della Giunta Regionale e Assessore con delega ad Agricoltura, Caccia e pesca, Parchi e riserve naturali, Sistema idrico, Ambiente si è soffermato sul valore del marchio "Made in Italy",

“ secondo alcune stime di importanti istituti di analisi economica, - ha precisato che - ha raggiunto i 97 miliardi di dollari. Nonostante il clima di incertezza economica e politica, i brand italiani continuano a crescere a doppia cifra anno dopo anno, grazie ad una solida presenza sulla scena mondiale.

In generale, il brand Italia viene visto sulla scena mondiale come garanzia di qualità, autenticità e stile.

Quando si parla di food & wine il "Made in Italy" viene percepito come valore aggiunto legato al territorio, esso non è solo sinonimo di alta qualità, ma assume anche un valore simbolico, frutto di anni e secoli di storia.

Cioè il marchio "Made in Italy" aggiunge al prodotto agroalimentare un valore immateriale legato non solo alla sua origine geografica ma anche alla tradizione, ai metodi di lavorazione, allo "story-telling" (cioè aneddoti/storie legate ai luoghi, ai produttori - che contribuiscono a creare ed alimentare il mito, ossia a tutta una serie di elementi che lo rendono unico ed inimitabile.

I dati economici consolidati hanno confermato che lo spumante italiano è risultato il più venduto nel mondo, e questo è un segnale importante sul quale bisogna continuare ad investire e promuovere.

Infatti questo progetto è stato finanziato con i fondi messi a disposizione dal PSR Misura 16.2, e proprio per l'annualità 2020, si è inteso dare un ulteriore incremento alla dotazione finanziaria prevista per le attività da realizzare.

Per ciò che riguarda la FILIERA VITIVINICOLA e, nello specifico, la ditta VINCO, a seguito delle attività istruttorie, è stata ammessa una spesa di EUR 7.830.917,42 con un contributo di EUR 3.132.366,97 (40%). La domanda di anticipo richiesta, liquidata dall'Ente erogatore AGEA a fine 2019, corrisponde ad EUR 1.566.183.40. “

 

Si aggiunge quindi un tassello importante per la sostenibilità economico-ambientale della filiera produttiva vitivinicola abruzzese che parte dal mondo cooperativo per aprirsi al territorio e alle Università, a sostegno dei viticoltori, della coltivazione della vite nel passaggio generazionale e della gestione attiva del territorio e tutela del paesaggio.

da C.S. VINCO@VINCO.WINE

http://vinco.wine/

 

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