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L'autore ortonese Attilio Alessandro Ortolano selezionato per la Fiera di libri di Castelrotto a Verona

Sarà l'autore abruzzese dell'edizione 2019

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Attilio Alessandro Ortolano sarà l'autore abruzzese del 2019 per la Fiera del libro di Castelrotto di Marzo a Verona. 

E' stato selezionato per presentare il romanzo Il cuore che abito (Ed. La Gru), dopo il percorso fino ad oggi con il secondo romanzo ed il primo Bellezza e Crudeltà.

Ortolano ha infatti vinto il premio come miglior autore abruzzese da esordiente, l'anno dopo Donatella Di Pietrantonio, famosa per l'Arminuta di Einaudi, e l'anno prima di Vito Moretti, noto professore di letteratura scomparso questo anno. E' stato finalista nel premio internazionale La pergola di Firenze 2015, ha ottenuto una menzione d'encomio nel premio Michelangelo di Seravezza, ha vinto il premio internazionale culturale Cartagine nel 2018, è arrivato al terzo posto nel premio nazionale Mondoscrittura Ciampino, ha vinto il premio Buonarroti di Forte dei Marmi 2018 nella sezione giovani promesse, ed è stato selezionato per il Festival delle letterature dell'Adriatico. Ad oggi i suoi romanzi sono stati presentati in più di sessanta località italiane, in alcune radio regionali, l'ultima è RadioLombardia, ed in una emittente televisiva in Emilia Romagna. 

Da Novembre 2018 è anche Presidente dell'associazione culturale Aurora, nata per promuovere il premio S. Lucia in memoria di Rocco Di Clemente ed il premio La Riccetta in memoria di Eugenio ed Anna Bomba. 

Ha rilasciato una intervista per ringraziare del percorso fino ad oggi: 

"Per me è un grande onore e ringrazio: sono stato invitato in provincia di Verona nella Fiera del libro di Castelrotto per presentare Il Cuore che abito (Ed. La Gru).

Negli stessi giorni sarò ospite nella libreria "Parentesi" di Parona (Verona) e, cosa davvero bella, sarò nelle scuole elementari per parlare di lettura e scrittura.

Grazie a Francesca e Flavio, che dall'uscita di Bellezza e Crudeltà credono in quello che, per fortuna, riesco a scrivere. 
Grazie a Rosaria, che mi ha invitato a questa fiera che diventa sempre più grande anche per merito suo.
Grazie al relatore Raffaello. 
Grazie a chi gestisce la libreria. 
Grazie alle maestre delle scuole elementari.

E' una bella sfida pensare che al mio posto sono stati invitati, negli anni precedenti, autori come Matteo Bussola, che scrive per Einaudi, o che posso avere il privilegio di figurare a fianco a Donatella di Pietrantonio nella presentazione come autore abruzzese.

Sento adesso una piccolezza che mi porta a mettermi da parte, a rimanere nell'anonimato, ma soprattutto a lasciare tutto lo spazio possibile a chi, fino ad oggi, mi ha aiutato in questo cammino. Questo spazio è per ringraziare. 
So che, prima di essere autore, sono me stesso, e che questo vuol dire essere uguale a tutti. 
Non riesco a capire come poter mostrare la gratitudine che in certi momenti sento verso tutti quelli che mi hanno incrociato e mi hanno trasmesso una briciola di coraggio.

Come un bambino, e quindi con il mio lato puro intatto, ho deciso di inserire in questa comunicazione alcune fotografie: mi ricordano il calore, l'energia e l'empatia della gente. 
Altre mi ricordano l'attenzione e la fragilità segreta degli studenti delle scuole. 
Contemporaneamente ricordo che ho avuto la fortuna di incontrare degli insegnanti che hanno fatto la differenza nella mia educazione, che ho avuto la benedizione di incontrare, attraverso i romanzi, persone che sono diventate i miei maestri, ed ho capito che tra allievo e maestro si genera un rapporto dove entrambi continuamente crescono. 
So pure che l'estate, il sole ed il mare mi hanno regalato doni di una rarità che da essere umano sicuramente non eguaglierò mai. 
Qui mi posso limitare a ringraziare tutti: persone, studenti, insegnanti, maestri, l'editore nel momento in cui ha creduto in me, e tuttavia sono consapevole che questo debito di riconoscenza che ho nei confronti di tutti loro non è saldato da queste parole. 
Quello che faccio è, allora, considerare la somma di tutte le cose accadute in questa strada che ho avuto ed ho la forza di percorrere, e fermarmi, in occasioni come questa, per scrivere a tutti (e a me stesso) che vale sempre la pena ricordare da dove siamo venuti e che il desiderio di essere soli, con le nostre fragilità, è falso.
Aspettiamo sempre l'abbraccio di più persone possibili per sanare la nostalgia impossibile che sentiamo.

Ad ogni modo, devo ricordare a me stesso che quello che ho fatto è il minimo, e che un percorso come questo implica il rimanere sempre principianti. 
Devo necessariamente sperimentare molti tipi di letteratura ( e trovare la forza per farlo, trovarmi degno a parlare di letteratura), per arrivare a quella migliore, per me e per gli altri. 
Questa sperimentazione appartiene anche alla vita. 
Non mi fermo perché questo atteggiamento non è mio. 
Devo avanzare, e devo sbagliare, capire, fare.

Tutto questo, e lo capisco nella lucidità di certi momenti, non avrebbe senso senza le altre persone. A che servirebbe correre veloci e soli senza uno spirito di comunione con gli altri? Credo a niente. 
Penso che ognuno non può scordare mai da che dolore e da che grazia ha costruito la sua forza e la sua luce.
Non aver più paura di mostrare le proprie cicatrici significa certamente trasformarle, superarle, e diventare chi effettivamente siamo destinati ad essere.

Grazie a Tutti."

 

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