“Dai 5S bugie e approssimazioni. Il comparto petrolifero crea lavoro, benessere e sviluppo economico. Di Maio, Di Battista e la Marcozzi raccontano balle. Il settore energetico è vitale per l’Italia e l’Abruzzo, rinunciarvi significa condannare tutti alla povertà”. Gridano in coro la loro rabbia i lavoratori delle società petrolifere e delle aziende di servizi alla ricerca off-shore che ad Ortona protestano contro i vertici dei 5S in arrivo al teatro Tosti dove sono attesi da una folla di cittadini e militanti 5S che, invece, vogliono ascoltare, vedere e farsi un selfie con i big penta stellati che fanno tappa ad Ortona per il tour elettorale delle prossime elezioni regionali del 10 febbraio.
La ressa e la tensione è alta, contenuta a fatica dai Carabinieri e dai poliziotti della Digos. “Buffoni, buffoni”, urla il drappello dei lavoratori che alla vista dei 5S si scatenano, mentre per risposta qualcuno dei militanti ortonesi 5S replica ad alta voce con un: “capre, capre”. I battibecchi però non fermano l’onda di caloroso entusiasmo dei fan 5S che fanno da barriera nei pochi metri che separano la piazza dall’ingresso del teatro, i fan sono tutti in difesa a Di Maio, Di Battista e la candidata presidente alla Regione Abruzzo Sarà Marcozzi che riescono ad entrare in teatro pressantissimi dalla folla amichevole.
Fuori la rabbia dei lavoratori sale di tono. “Piattaforme e trivelle non inquinano”, spiegano, “ la ricerca petrolifera è vitale, non è vero che siamo inquinatori a servizio di multinazionali. È vero il contrario noi siamo lavoratori che vogliono un ambiente pulito, da rispettare e che hanno a cuore non solo il proprio posto di lavoro, ma la sorte della nostra economia, e futuro dell’Italia dell’Abruzzo.
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Non è giusto dire che le trivelle inquinano, anzi addirittura raccontare che siamo al servizio delle multinazionali. Non è corretto come fanno i 5S sostenere che con le energie alternative possiamo dismettere petrolio e gas. Senza idrocarburi e senza gas resteremo paralizzati, ci saranno danni in ogni comparto economico e produttivo. Noi protestiamo”, insistono i lavoratori “contro le semplificazioni dei 5S, contro un blocco che non ha nessuna ragione, se si vuole affrontare seriamente il problema allora siamo pronti a discutere. Di Maio, Di Battista, così come Sara Marcozzi capiranno che stanno sbagliando di grosso. La nostra è una protesta dura ma pacifica. Loro invece sono intolleranti e dicono bugie”.
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Finiti gli interventi in teatro ad attendere di nuovo fuori i big 5S la folla dei lavoratori che raccolgono anche l’attenzione delle TV nazionali. Un ragazzo con un elmetto in testa nel raccontare la sua rabbia ad una TV contro il blocco delle trivelle ha un nodo alla gola, non riesce a parlare e taglia corto con un “vaffa” rivolto al fiume in piena dei militanti 5S che escono dal teatro un serpentone di volti, di mani e telefoni che stringono calorosamente Di Maio e Di Battista e la Marcozzi. Sono le 1330.
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Pochi minuti dopo la piazza è già sgombra illuminata da un sole tiepido e placido. I carabinieri non hanno più nulla da separare e fronteggiare. Un camioncino bianco si avvicina all’ingresso laterale del Teatro Tosti per caricare casse amplificate, microfoni e manifesti.
L’autista informa. “Tra poco ripartiamo. Oggi siamo a Sulmona, questa sera all’Aquila, poi per fortuna per oggi è finita”.