Ortona in Piazza della Repubblica, alle 21,30, arriva assordante lo scroscio di applausi. Sul palco del camion attrezzato per i comizi, sale tra luci abbaglianti e la selva di telecamere - i giornalisti sono trattenuti fuori - Matteo Salvini, vice premier e ministro degli interni.
La folla si esalta al grido ritmato: “Matteo. Matteo. Matteo”., la musica, “Voglio una vita spericolata”, di Vasco, è a palla. Salvini sorridente - nel retro del Tir si è cambiato Il suo giubbino imbottito verde per indossare al volo una felpa azzurra - ringrazia la piazza che definisce “meravigliosa” e inizia il comizio con alle spalle i candidati consiglieri e candidato presidente alla Regione, Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia.
L’intervento di Salvini è tutto giocato sui temi cari alla Lega: immigrazione, porti chiusi, l’aver spazzato la legge Fornero, il puntare sulle grandi opere che sottolinea polemico “vanno fatte”; e ora, soprattutto grazie alle scelte del Governo sono pronti migliaia di posti di lavoro. “Non abbiamo la bacchetta magica”, spiega, “ma stiamo lavorando, e vedrete i cambiamenti”, ribadisce rilanciando la polemica contro il nemico politico di sempre “Matteo Renzi, quello che non sbagliava mai”. “Se la sinistra continua ad attaccarmi”, dice ironico Salvini, “perché mangio pane e Nutella, e indosso le felpe della polizia, allora non governeremo per 5 anni ma per i prossimi 50 anni”.
Dalla piazza applausi e cori di approvazione. Dalla prima fila una donna si accascia a terra, Salvini con un filo di preoccupazione ferma il comizio e chiede “signora, sta bene? Ha bisogno di un bicchiere d’acqua?”, la donna, una signora anziana minuta viene presa in braccio dai vigilantes della società Aquila viene sollevata sopra le transenne, da così in alto, si affretta a lanciare baci a Salvini che contraccambia divertito e compiaciuto. Sui temi regionali il capo della Lega promette nuove infrastrutture, la riapertura di tutti gli ospedali con una stilettata al Pd “quei geni della sinistra hanno chiuso i piccoli ospedali. Ma noi li riapriremo”. Gli applausi soddisfano Salvini, il fervore che sale dalla folla lo appagano al punto che cambia tono e annuncia un suo cruccio, quello dello stato delle strade abruzzesi: “ho fatto ritardo nel venire da voi , ho impiegato la bellezza di tre orette venendo da Roma a Ortona per la condizione delle delle strade e autostrade. Non è ammissibile”, grida promettendo nuove infrastrutture.la piazza risponde con un “bravo Matteo, bravo Capitano”. Tanto che Salvini annuncia il suo solenne impegno ad occuparsi di tutto in Abruzzo: di strade, di pesca, di giovani, di donne; di piccole imprese e scandisce: “meno tasse. Meno burocrazia. Meno norme inutili”.
Poi un elogio dei giovani che in prima fila lo applaudono galvanizzati dall’eloquio brillante nel suo schema populista, sovranità fino ad essere autarchico: “fate la spesa è un atto politico. Comprate solo italiano”. Poi rivolto ai ragazzi che premono sulle transenne osserva: “dicono che i giovani non vogliono lavorare. Non è vero, adesso i giovani avranno migliaia di occasioni di lavoro. Assumeremo anche 40 mila nuove maestre di sostegno. Amplieremo gli organici di tutte le forze dell’ordine e dei vigili del fuoco”. Salvini scuote la piazza che appare convertita alle sue parole al punto di applaudire ogni idea, ogni frase, ogni promessa “che noi della Lega manterremo. Su questo potete stare certi”. Altro capitolo che piace al popolo di Salvini sono le critiche condite di sarcasmo - che occupano la metà del suo intervento - osservazioni tutte rivolte alla sinistra, a quei “scienziati che leggono tanti libri ma non lo capiscono”. Piatto forte le accuse all’ex governatore dell’Abruzzo Luciano D’Alfonso, “oggi è mercoledì e a quest’ora in tv c’è chi l’ha visto, che stiamo cercando d’Alfonso che ora non si trova in Abruzzo ma in qualche trattoria romana”. Nel mirino anche il conduttore Tv Fabio Fazio: “fa la morale agli altri e poi prende milioni dalla Rai. Vadano via”, una donna grida da un angolo della piazza “via anche la Litizzetto”.
Il comizio arriva alle conclusioni con tre appelli: quello di far vincere la Lega, di votare il Centrodestra in Abruzzo e far “vincere anche là battaglie di Matteo Salvini”. Uragano di applausi di consenso e poi la sorpresa finale; “chi vuole fare un selfie con me?”. La piazza è in visibilio e Salvini annuncia soddisfattissimo :”dovete passare a destra, mi raccomando a destra del palco e salire senza spingere”. La polizia fa quadrato per dare un po’ ordine alla fila. L’impianto sonoro rimette a palla una plsylist di pop italiano da Ligabue a Vasco Rossi, fino a Bocelli. Un tributo canoro che forse sarebbe piaciuto pure al Centrosinistra. Fuori dalle transenne, la folla defluisce, tra i lampeggianti di polizia, della scorta, e dei vigili urbani. Un po’ più in là è già buio pesto e tanto freddo.