Le Buche

Strade dissestate e pericolose di chi la colpa? Del maltempo, certo, dell’asfalto che non tiene e di lavori fatti in fretta e in furia, (chi controlla?) anche questo contribuisce allo sfascio. C’è di più? Di sicuro: l’incuria e l’irrazionale macchina dei fondi comunali. Abbiamo 47 contrade con un dedalo di vie malmesse e rischiose; abbiamo vie cittadine che in alcuni tratti sono talmente danneggiate che ad ogni buca c’è un cartello di pericolo. Come si è arrivati a questo punto? Nessuno lo sa. I soldi pochi ma sono spesi, gli operai dicono che lavorano sodo, l’ufficio tecnico ricorda che sono impegnati sul “fronte strade”; eppure buche, smottamenti, strade con asfalto cadente sono sotto gli occhi di tutti. Qualcosa, allora, non funziona. Il sindaco indaghi, forse scoprirà dove è il problema. Non si fermi a constatare che ci sono “buche” questo i cittadini lo vedono da soli.
I Tir e la Pedonale

Abbiano su via Cervana (strada che costeggia il porto) una doppia realtà: la via ciclo perdonabile e, accanto, la strada a servizio del porto. Sulla prima tante persone impegnate nella passeggiata, sulla seconda Tir e mezzi pesanti per lo scarico e carico merci. Sulla prima un tappeto verde che avrà bisogno di manutenzione e cura; sulla seconda troppe crepe e buche ad alto rischio. Le due realtà spiegano meglio di molti libri la crisi di identità del nostro Paese: i cittadini - quelli che possono - chiedono più servizi per il tempo libero, più svago e servizi ricreativi. Lo sviluppo? La crescita? Il lavoro? Invece possono attendere, in fondo la strada portuale a cosa serve? Ai pochi imprenditori chiusi da anni in se stessi, i quali, invece, se avessero spiegato e aperto un dibattito sul ruolo dello scalo marittimo, se avessero coinvolto la città su un bene economico strategico per la crescita e ricchezza di tutti, se avessero aperto le porte alla competizione, di certo qualcuno oggi si sarebbe allarmato sullo stato della strada del Porto. Ci sarebbe stata una risposta corale di attenzione, di preoccupazione, di rimessa in sicurezza della via e del molo. Oggi, invece, abbiamo due mondi di cittadini distanti, chi passeggia e chi constata le buche, dove nessuno può o vuole comprendere le ragioni dell’altro. Ma il futuro, c’è da temere, sarà incerto per entrambi.
Ambulanza alla “Ruota della fortuna”

Ad Ortona, gira e rigira, alla fine checchè ne dica il sindaco Castiglione il pronto soccorso è ridotto a punto di primo intervento, e le famose ambulanze ? Ne è rimasta una. Una con un medico, un infermiere e un autista che devono correre tra Ortona e i tanti paesi del circondario. Per chi ha un malore è come partecipate alla “ruota della fortuna” se l’ambulanza è libera arriverà altrimenti può attendere. Poi arriva il bello, se c’è posto forse ad Ortona ci sarà spazio per un ricovero, ma non bisogna farsi illusioni, perché al Bernabeo oggi arrivano poverini i pazienti di Chieti, altrimenti, ecco per l’altrettanto povero ortonese, che può andarsene “tranquillamente” a Lanciano e per uno straordinario paradosso essere ospitato a Chieti. Questa è l’organizzazione che il sindaco Castiglione ha accolto in modo festoso e acclamato (sorretto dalla stampa locale) parlando dei famosi posti in più. Forse al sindaco manca una cosa: la verifica di ciò che dice, si sarebbe accordo in che situazione critica è sprofondato l’ospedale e i suoi servizi. Eppure la struttura ospedaliera è aperta e visitabile e il sindaco ha un obbligo in più: difendere la città e i suoi cittadini. Non far finta che tutto vada bene, tanto chi protesterà? Sbaglia perché in questo caso non si tratta di “protesta” ma di vita e di servizi per i quali i cittadini hanno pagato con il lavoro e i sacrifici. È bene ricordarlo a tutti.
Peppino Polidori

