”Assistiamo, di tanto in tanto, ad eventi fatti passare come praticamente impossibili: dall’inaffondabile Titanic alle incrollabili torri gemelle, dalle centrali nucleari ai disastri petroliferi. La fiducia delle persone per le imprese artificiali è venuta a scemare progressivamente, e di fronte alle ripercussoni dei disastri ci ritroviamo nel ruolo di spettatori disarmati e spaventati. Non bastavano i disastri successi a Viareggio, o l’ultimo a Sanremo, non bastava la terribile esplosione di Pineto, nella quale i feriti si sono salvati per pura fortuna…
Il territorio di Ortona (CH), già martoriato da quella terra dei fuochi abruzzese che sta diventando la discarica d’amianto, e dalle tante altre svariate problematiche, ora sta conoscendo un nuovo progetto, che riguarda un deposito da 25.000 metri cubi di G.P.L. da installare nel porto.
Il disfattismo, tipico di posti nei quali raramente accade qualcosa propositivo, tenderebbe a rispondere un “sì” a questo progetto, a scatola chiusa. C’è chi ha votato per l’approvazione del progetto, che ha avuto il barbaro di coraggio affermare di essere un ecologista. Vorremmo chiedergli perchè non ha preferito le rinnovabili, ma lasceremo cadere la cosa. Noi invece rispondiamo con un no che proviene da una fondatissima paura, basata sulla storia della tecnica quando è riuscita fallimentare. Il gruppo locale M5S, a questo “no”, spaventato e preoccupato, vorrebbe accorpare delle idee di rilancio del territorio, sia per la creazione di posti di lavoro, sia per incentivare il turismo.
Perchè accontentarsi di pochi posti di lavoro pericolosi sia per i lavoratori che per la popolazione, quando esistono alternative notevolmente più sicure?
Perchè progredire con un fragor di tragedia, anzichè con il sorriso?
Perchè rischiare, se il rischio si riduce notevolmente con idee che potrebbero rilanciare non solo l’occupazione ma anche il turismo?
Per dirla con il grande esistenzialista danese ”La vita può essere capita solo all’indietro, ma vissuta in avanti” (Kierkegaard). Quindi, evitiamo di rifare gli stessi errori, e concentriamoci su alternative vincenti per tutti. Creare un senso comune di appartenenza al nostro territorio, così da vivere meglio, insieme, è diritto di ognuno di noi. Presto vi aggiorneremo proponendo le alternative e torneremo a farci sentire“.
