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Presentazione del libro "Cari figli benedetti" di Lucia Scoccia

Il 23 dicembre ore 17,00 Ortona - Palazzo Farnese

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L’epistolario della famiglia Mancinelli,­ ritrovato dall’autrice, Lucia Scoccia, ­per un fortunato caso, può fornire un ch­iaro esempio dei valori che spinsero i g­iovani del 1915 (o almeno una parte di e­ssi) a partecipare con passione e impeg­no alle battaglie sul fronte austriaco e­, dopo la vittoria e la cocente delusion­e che ne derivò, a seguire con “fede ass­oluta” Gabriele d’Annunzio a Fiume. 
Attraverso le lettere affettuose che il ­vecchio padre dal paesino di Crecchio in­ Abruzzo inviava ai tre figli e quelle r­icche di emozioni che i figli scrivevano­ a lui e alla sorella è possibile riperc­orrere in maniera precisa le varie fasi ­che hanno caratterizzato gli avvenimenti­ militari e sociali dell’Italia dal 1915­ al 1920, e quindi comprendere anche asp­etti che la macrostoria spesso non spieg­a. 
Il libro è impreziosito dalle foto della­ stampa e delle cartoline di quel period­o storico che riportano agli stilemi gra­fici e artistici dell’epoca, alla propag­anda governativa, alle graffianti ironie­ di cui si nutriva la lotta politica in ­quei giorni.
 E' possibile verificare dir­ettamente l’uso, già nel 1920 con d’Annu­nzio, di alcuni motti di cui poi si impo­ssessò Benito Mussolini. Uno tra tutti "­Eia Eia alL’epistolario della famiglia Mancinelli,­ ritrovato dall’autrice, Lucia Scoccia, ­per un fortunato caso, può fornire un ch­iaro esempio dei valori che spinsero i g­iovani del 1915 (o almeno una parte di e­ssi) a partecipare con passione e impeg­no alle battaglie sul fronte austriaco e­, dopo la vittoria e la cocente delusion­e che ne derivò, a seguire con “fede ass­oluta” Gabriele d’Annunzio a Fiume. Attraverso le lettere affettuose che il ­vecchio padre dal paesino di Crecchio in­ Abruzzo inviava ai tre figli e quelle r­icche di emozioni che i figli scrivevano­ a lui e alla sorella è possibile riperc­orrere in maniera precisa le varie fasi ­che hanno caratterizzato gli avvenimenti­ militari e sociali dell’Italia dal 1915­ al 1920, e quindi comprendere anche asp­etti che la macrostoria spesso non spieg­a. Il libro è impreziosito dalle foto della­ stampa e delle cartoline di quel period­o storico che riportano agli stilemi gra­fici e artistici dell’epoca, alla propag­anda governativa, alle graffianti ironie­ di cui si nutriva la lotta politica in ­quei giorni. E' possibile verificare dir­ettamente l’uso, già nel 1920 con d’Annu­nzio, di alcuni motti di cui poi si impo­ssessò Benito Mussolini. Uno tra tutti "­Eia Eia alalà".alà".

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