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Secondo il CCR-VIA il deposito costiero di GPL può andare avanti

WWF: ortonesi ancora una volta all'oscuro di progetti potenzialmente pericolosi

Redazione
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Il 12 febbraio 2015 la commissione CCR-VIA (Comitato di Coordinamento Regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale) ha deciso che il deposito di GPL da 25.000 metri cubi al porto di Ortona, diga foranea nord, non ha impatti negativi o significativi sull'ambiente. Esonerando, di fatto, il progetto alla Valutazione di Impatto Ambientale.

La relazione tecnica del progetto di deposito costiero di GPL come la realizzazione dello stesso deposito, è a cura della SEASTOK SRL, controllata da Tosto SRL, e prevede 5 serbatoi tumulati da 2.700 metri cubi cadauno. Il carico del gas avverrà con navi da 10.000 o 5.000 tonnellate che di volta in volta andranno a scaricare attraverso una “pipeline”, cioè condotte di collegamento. Per 220 giorni anno lavorativi, ci sarà un traffico di 50/60 grandi autocisterne per 6/8 veicoli l'ora, maggiormente concentrato nei periodi invernali.

L’Associazione WWF si è subito allertata, nonostante le difficoltà per rendere leggibili i documenti sul sito del CCR-VIA (Comitato di Coordinamento Regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale), a causa di un programma molto tecnico (DikeX), presentando invano, poiché in ritardo, una sintetica nota di critica al progetto, prima della seduta della commissione regionale. Nella sostanza, sembra sia mancata la volontà di facilitare i cittadini ad esercitare un sacro diritto

Oggi visionando il giudizio positivo al progetto n° 2470 del 12/2/15 che lo esonera da una valutazione più severa come la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), leggiamo che i proponenti asseriscono che non c'è nessun effetto cumulo, poiché l'impianto ENI esistente è "poco più di un rubinetto", e l'impianto di pet-coke non esiste. Eppure il WWF Zona Frentana e Costa Teatina Onlus produsse una circostanziata memoria di criticità per il deposito al porto di Ortona di pet-coke della Bonefra, andando anche in audizione all'Aquila, ma inutilmente, poiché detto impianto venne approvato in maniera incomprensibile, secondo il WWF.

Quindi è possibile, anche se incredibile, che nel porto di Ortona si possano accumulare tutta una serie di attività "esplosive" a livello progettuale con tanto di permessi alla realizzazione, spesso attraverso uno screening preliminare (Valutazione di Assoggettabilità). Attività che, di fatto, non esistono sino a quando non sono realizzate, o sino a quando non funzionano così come progettate o sino a quando l'effetto cumulo si palesa in un non auspicabile incidente. Eppure il Codice ambientale è molto chiaro nel valutare se un progetto debba essere sottoposto ad una valutazione più accurata come la VIA, approfondendone gli aspetti legati alla localizzazione, al potenziale effetto cumulo, al rischio incidente e alla dimensione del progetto.

Il GPL – Gas Liquido di Petrolio - è un gas liquido compresso, un litro di GPL liquido, è pari a 270 litri di GPL in fase gassosa, il GPL è più pesante dell'aria, quindi tenderà a rimanere stratificato in basso qualora ci fosse una fuoriuscita. Per quanto riguarda l'area maggiormente devastante -Flash fire (fulmine di fuoco)- in caso di incidente in cui si concretizza la peggiore delle ipotesi, la Seastok asserisce che interesserà un raggio non superiore a 110 metri. Ora la parte più "spinosa" del progetto la sta valutando il Comitato Tecnico Regionale, composto anche dai Vigili del Fuoco, sia per quanto riguarda la Direttiva Seveso, sia come impianto a rischio di incidente rilevante così come richiesto dalle leggi.

Quello che più ci sconcerta non è la Seastok che ha tutto il diritto di proporre detti progetti, ma la politica, in specie la massima autorità sanitaria del comune, il Sindaco, che ad Ortona è anche uno stimabile medico. Non è avvenuta nessuna discussione pubblica che fornisse alla città pareri tecnici super partes in segno di rispetto e di “cura”, come ormai accade da decenni. 

WWF Zona Frentana e Costa Teatina

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