Ricorre oggi, giovedì 26 giugno, la Giornata mondiale della lotta alla droga.
Abbiamo ascoltato sul tema Lambero Iannucci responsabile del C.I.P.A. Onlus – Centro di Informazione Prevenzione e Accoglienza di Ortona, associazione di volontariato che opera sul territorio da 30 anni. Il quadro sembra essere allarmante.
«Nella Relazione europea 2014 presentata, nello scorso mese di maggio, dall’OEDT - Osservatorio europeo sulle droghe e le tossicodipendenze, accanto all’uso delle droghe tradizionali, eroina, cocaina, cannabis , viene evidenziato il preoccupante aumento dell’utilizzo di sostanze stupefacenti sintetiche e l'incremento tra i giovani delle nuove sostanze psicoattive (NSP), spacciate anche via internet».
Ma questo non è tutto perché in Italia, come riferisce Iannucci, dati alla mano, si riscontra un approccio sempre più precoce all'alcol come veicolo di stordimento e c’è un maggior ricorso al gioco d'azzardo, alle scommesse, alle lotterie. Inoltre sembrerebbero non esserci sostanziali differenze di età: si comincia infatti a 11 anni come a 65 e nessuna difformità di censo o di cultura.
«Ai Ser.T. - Servizi per le Tossicodipendenze ed ai Ser.A. - Servizi di Alcologia- precisa Iannucci- si rivolgono indifferentemente: studenti, giovani, pensionati, operai, giovani manager rampanti e vecchi professionisti. Un paziente su due lavora, uno su tre è sposato o convive, uno su quattro ha figli. Il dato più allarmante, comunque, è l’enorme crescita, poco quantificabile, della zona grigia costituita dalle persone che consumano sostanze stupefacenti e non sono conosciute né assistite dai servizi. Un numero sicuramente favorito dalla indifferenza e, se vogliamo, dalla assuefazione della società, ormai abituata a convivere con le droghe».
Per Iannucci in Italia non si affrontano in maniera decisa le cause della tossico (poli) dipendenza. «Oggi parlare di dipendenza dalle droghe, significa parlare della solitudine e della fragilità di tante persone, degli altissimi costi emotivi e sociali che le famiglie devono sostenere, della debolezza dei legami sociali e del contatto umano che la crescita del mondo virtuale ha determinato. Significa, in altre parole, “mettere al centro la persona”. Istituire la Giornata mondiale della lotta alla droga, allora, non è soltanto un dovere istituzionale per sottolineare le illegalità dell’uso e dello spaccio delle sostanze stupefacenti, ma diventa anche un’azione preventiva, una scelta-azione di libertà individuale e collettiva che sarà possibile attuare solo con un confronto che si svolga quotidianamente, in ogni agenzia educativa e in ogni servizio, pubblico e del privato sociale, del nostro Paese».
