L'associazione “Donn-è”  risponde al capogruppo consiliare del PD, Tommaso Coletti, che ha dato chiarimenti sul caso “centro anti-violenza per donne” in città.

“Come mai”, esordisce la dottoressa Romina Remigio, responsabile dell'ufficio stampa di Donn-è, “ ha preso posizione ufficialmente, a nome del PD,  il senatore Coletti?  E non il sindaco Vincenzo D'Ottavio o  il vice-sindaco con delega al contenzioso, Roberto  Serafini o l'assessore al sociale Gianluca Coletti con il quale abbiamo intrattenuto sempre rapporti. Ci pare strano che è  interveuto Coletti con il quale non ci siamo mai incontrati e non ha mai partecipato alle nostre iniziative. Ribadiamo il fatto che ci saremmo aspettati l'intervento del primo cittadino anche perchè noi ci siamo relazionati sempre con il Comune di Ortona”.

L'associazione chiarisce che non è stata sua l'iniziativa di interrompere i rapporti con l'Ente. “Anzi, a fine nostro evento, del 25 novembre scorso”, sottolinea Remigio, “è stata ribadita pubblicamente da noi e dall'amministrazione la volontà di reciproca collaborazione. L'unica frattura c'è stata prima a settembre, quando il Comune ci ha fatto capire che avrebbe partecipato al bando regionale con un proprio progetto, ne abbiamo preso atto e abbiamo agito di conseguenza, ma noi ci saremmo mai aspettati la notifica del ricorso il 13 gennaio scorso”.

Nonostante tutto Donn-è ha aperto il centro anti-violenza.

“A parte che non sono d'accordo della coesistenza di due centri antiviolenza”, interviene infine  il consigliere Leo Castiglione, di Insieme per cambiare, “perchè è uno sperpero di denaro pubblico, il suddetto centro non è previsto specificatamente nel piano di zona come ha asserito Coletti, ma in un macro obiettivo che prevede la lotta a tutti i tipi di violenza.  Chiedo all'Amministrazione di tornare sui propri passi e di convocare un tavolo con Donn-è e Consultorio familiare per risolvere il problema”.