Secondo il capogruppo consiliare del PD locale , Tommaso Coletti: “a Ortona possono coesistere due centri anti violenza per donne, senza alcun problema. Inoltre, sul caso Donn-è si sta facendo troppo clamore. Il comune di Ortona”, continua, “ha fatto ricorso contro la Regione per l'esclusione del Consultorio familiare A.GE. di Ortona, in convenzione con l'Ente, dal bando regionale che prevede finanziamenti per l'istituzione di un nuovo centro anti-violenza e non contro l'associazione. Ci tengo a chiarire che noi non siamo contro nessuna associazione,anzi porte aperte con tutte quelle che vogliono collaborare con l'Ente, come stiamo dimostrando ampiamente in questi mesi di governo D'Ottavio”.
Il senatore Coletti spiega anche il rapporto, nei mesi scorsi, tra l'Amministrazione comunale e l'associazione Donn-è: “l'associazione Donn-è e l'amministrazione comunale hanno percorso, fino ad un certo punto, una strada comune poi, improvvisamente, c'è stata un'improvvisa interruzione del rapporto. L'associazione ha deciso di elevare l'impegno a livello provinciale e regionale, decidendo di percorrere altre strade. Noi come Amministrazione dobbiamo, comunque dare delle risposte alla città e a tutto l'Ambito Ortonese, anche perchè l'istituzione del centro anti-violenza è previsto nel piano di zona 2011-2013 vigente. A quel punto, la Giunta comunale ha approvato il progetto di centro antiviolenza per donne e minori,già deliberata dalla Conferenza dei sindaci dell'Ambito, quindi, stipulato convenzione con il consultorio, ed accesso ai contributi annualità 2012”.
Questa mattina, alla conferenza stampa c'era anche la consigliera comunale del PD, Nadia Di Sipio, delegata alle pari opportunità: “non abbiamo nulla contro Donn-è , tant'è che la Giunta comunale ha deliberato il 23 novembre scorso di aderire al progetto “senza violenza” promossa dell'associazione, compartecipando finanziariamente con 2mila euro. Il progetto è ancora in corso”.
Posizione differente quella del presidente del consiglio comunale Ilario Cocciola: “A mio giudizio, il Comune non avrebbe dovuto fare il ricorso , ovvero, credo che sarebbe stato piu' opportuno aprire un dialogo per evitare questo "avvitamento", palesato anche dall'assenza di commenti istituzionali, ed anche per valorizzare un gruppo di professioniste, per giunta giovani. Forse la mia precedente esperienza a dirigente di un importante associazione condiziona la mia opinione, ma certo, quantomeno per il principio di sussidiarieta', oltretutto fortemente voluto con la riforma costituzionale dell'art 118 della costituzione dal governo Dalema, quando un'associazione si propone di intervenire direttamente in una materia, il Comune ha quasi un impegno morale a lasciarle spazio. Con questo ricorso e' come se il Comune lanciasse una sfida all'associazionismo, o perlomeno questa e' la chiave di lettura che ne potrebbe scaturire da tale azione. In findei conti, per la citta' e' importante che il servizio ci sia, e poco importa se questo non e' erogato dal Comune”.