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GALLERIA PERDONO espone il Maestro FABIO DI LIZIO

"Frammenti di una cometa" -opere su carta- Approfondimento critico di ALICE ARAGONA

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Fabio Di Lizio nasce a Ortona nel 1976  dove vive ed opera. Nel 2006 si diploma presso l’Accademia di Belle Arti di L'Aquila in di Grafica d'Arte  e Progettazione, dove successivamente insegnerà Tecniche dell'Incisione e Grafica d’Arte.

Ricordiamo alcune delle sue esposizioni Personali più recenti:

2018 / Tbulax Fabula / Museo laboratorio / Città Sant'Angelo / Abruzzo / Italia

2018 / “artificialia” / Galleria MAW/ Sulmona /Abruzzo / Italia

2015 / Visto per Inciso / Galleria PIXIE / Lanciano / Abruzzo / Italia

2015 / Arcade / Galleria MU / Lanciano / Abruzzo / Italia

2012 / Cattivi Pensieri / Museo Archeologico Iuvanum / Montenerodomo / Abruzzo / Italia

2011 / Contro Vento /Sala Mostre Vincenzo Foresi /Civitanova Marche / Marche / Italia

- Ho avuto la possibilità di visitare il suo atelier, uno spazio intimo, personale, estremamente individuale quando si parla di un’artista. Il Sancta sanctorum di un’anima sensibile ed eclettica, che si mette a nudo, si espone per presentare a me la sua essenza, la sua evoluzione, la sua storia. Mi trovo immersa in un mondo magico, “il paese delle meraviglie” che si materializza davanti ai miei occhi. Personaggi e sagome che si muovono tra magia e letteratura, provenienti da un immaginario forse “ideale” e di certo “Giocoso” , che in lui sono già realtà.

Il Maestro mi parla di una sorta di “storia damore”, quella tra LUOMO E IL SAPER FARE” con le proprie mani. Una sorta di alchimia tra competenza artigianale e consapevolezza per aver come frutto finale un risultato artistico aureo.

Il connubio perfetto tra un’estetica visionaria e la passione, dove il naturale ed artificiale si mescolano anche con tocchi di tendenze “superflat” e di pop surrealismo, spunti di una “Nuova figurazione internazionale” la più ironica e giocosa, con una estetica quasi di street art che in lui approda ad una lettura fantasiosa ma anche caricaturale della cruda realtà umana in alcuni casi.

Gli Spazi grafico-pittorici sono piani di lavoro dove il corpo, la mente e l’immagine si incontrano in contesti a volte onirici, metafisici, in danze di ricercatezza e d’indagine dove i concetti di abitare, possedere, finire e resistere all’interno del progetto grafico trovano il loro compimento. 

Una miscela perfetta di tecniche, tracce, impronte, simboli, incognite, dimensioni, geometrie, che tendono all’estensione della razionalità in termini figurativi, ad un “andare oltre” l’astrazione per trovare quella quiete e quella trascendenza verso la quale tutti  noi tendiamo e che vorremmo si materializzasse. 

La materia che ribolle per lasciar spazio ad effetti plastici di encomiabile fattura. 

Un controllo della tecnica mista che rimanda alla primordiale passione del maestro verso l’incisione, verso l’amore per la pratica, per lo studio e il confronto costruttivo. 

Un artista che merita di essere conosciuto ed approfondito.

 

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