Corsi e ricorsi storici…la favoletta della Sanità Abruzzese.

Intervento della Segreteria di Destra Sociale Ortona

Redazione
05/03/2015
Comunicati Stampa
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Correva l’anno 2009, a quel tempo c’era un Presidente in Regione Abruzzo, nominato Commissario ad Acta per la Sanità, Re Gianni Chiodi… 

Già a quei tempi, il Re con i Cavalieri della Tavola Rotonda Regionale, approvarono un piano di riordino della sanità che prevedeva l’accentramento di investimenti economici verso strutture sanitarie ben individuate con conseguente rafforzamento delle stesse, a scapito di altre più piccole ma non per questo meno efficienti. I lungimiranti Principi della Tavola Rotonda attribuirono così maggior potere economico finanziario a determinati Presidi Ospedalieri senza altresì tener conto della effettiva capacità di quest’ultimi di far fronte alle necessità di un bacino di utenza sempre più ampio

Negli anni i cittadini-sudditi hanno assistito, in veste di incolpevoli ed impotenti spettatori, al depauperamento delle strutture sanitarie esistenti senza poter riscontrare vantaggi alcuni. Nel Regno della Provincia di Chieti si verificava l’accorpamento di alcuni reparti come anche la dismissione di altri, tra questi Ortopedia ad Ortona, e l’avvio alla completa chiusura della struttura sanitaria di Guardiagrele. I provvedimenti susseguitisi negli anni, volti principalmente ad incrementare l’attività del Presidio Ospedaliero di Chieti, a detta dei fantasiosi governanti, dovevano portare giovamento alla pleba in ragione di un presunto miglioramento del servizio erogato. Ma i presunti vantaggi sono di la dal venire.

Nel piccolo Feudo ortonese, gli allora governanti non ritennero opportuno intervenire a tutela di alcune eccellenze presenti sul territorio… tant’è. Oggi la storia continua, senza lieti fini per il nostro territorio. Il nuovo Commissario Luciano D’Alfonso si dice costretto a prendere decisioni drastiche ed irremovibili stante le indicazioni provenienti dal Governo Centrale, per il quale si deve procedere alla chiusura di cinque punti nascita nel territorio regionale. A nostro avviso, alla luce di quanto rievocato, valgono alcune considerazioni. 

Se è vero che la chiusura di alcuni reparti è frutto di disposizioni nazionali, è altresì vero che il Commissario incaricato ha comunque facoltà di evidenziare le potenzialità della struttura sanitaria ortonese, convertendo l’attività dell’Ospedale di Ortona a supporto di quella del Presidio di Chieti, nel caso in cui non si verifichi una completa ed esaustiva risposta alle necessità del comprensorio della Provincia da parte del Presidio stesso, che vede, con la dismissione di numerosi reparti nel territorio, ampliare il suo bacino di migliaia di utenti, senza avere al momento adeguati spazi.

Ad oggi non si comprende l’accanimento nei confronti dell’ Ospedale di Ortona, atteso che, altri Ospedali minori presenti nel territorio provinciale non rispondono ai requisiti richiesti, ma al momento non subiscono lo stesso trattamento del nosocomio ortonese. Qualora la chiusura del Punto Nascite di Ortona sia inevitabile, considerando lo stesso non sufficientemente valido a supportare e coadiuvare l’attività Presidio di Chieti, si propone quantomeno che venga valutata l’ipotesi dell’attivazione di un servizio esclusivo di autoambulanza, dotata di personale medico specializzato e di strutture idonee a far fronte alle emergenze, attivo H24 per i trasferimenti nel Presidio del capoluogo di provincia.

Atteso che oramai alle favole non crede più nessuno e che le speranze di operatori e cittadini si sono mummificate così come i cavalieri della tavola rotonda, riteniamo quantomeno opportuna una riflessione concreta sull’utilizzo di strutture sanitarie esistenti nelle piccole realtà del territorio regionale, quali opere pubbliche pagate dai cittadini-sudditi e che per ragioni di assistenza sociale non possono e non devono essere lasciate morire.

SEGRETERIA DESTRA SOCIALE ORTONA

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