Cieri critica l'amministrazione D'Ottavio sulla Tari: "si poteva fare diversamente"

15/06/2014
Comunicati Stampa
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 Nella seduta di Consiglio Comunale di Ortona del 12.6.2014 l’assise civica ha approvato il Regolamento Comunale con cui si disciplina l’Imposta Unica Comunale, e ciò ha fatto applicando in maniera ottusa e parziale, la normativa prevista in materia. In particolare, e relativamente alla TARI (ex TARSU Rifiuti) ha approvato il regolamento adottando il “metodo normalizzato”, cioè applicando gli indici e criteri previsti dalla L. 147/2013.

     Con l’approvazione di tale regolamento, e quindi l’applicazione dei previsti indici e criteri, si avranno delle impennate di aumenti di tributi, specificatamente la, TARI (raccolta rifiuti) che ha dell’incredibile, sarà una ulteriore e forse definitiva mazzata a tutte le attività produttive presenti sul territorio Ortonese.
     A titolo di esempio si riportano alcune percentuali, di previsti aumenti, peraltro i dati sono stati estrapolati da una relazione redatta da un Consigliere di maggioranza, su dati forniti dal dirigente del settore, incaricato dal Sindaco di monitorare la spesa pubblica, quindi dati sicuramente attendibili, ebbene, per una famiglia di tre persone si prevede un aumento del 41,22%, per una famiglia di sei persone un aumento del 82,00 %, per i negozi commerciali un aumento del 79,77 %, per i bar, caffè, pasticceria un aumento del 131,40 % e per i negozi di ortofrutta, pescheria, pizzerie ecc, un aumento del 252,65%. 

      Chiaro che tali aumenti già di per se del tutto incongrui, in questo particolare momento di congiuntura economica, di crisi dell’economica, andavano scongiurati, in una sana politica di rilancio dell’economia del territorio le tasse vanno abbassate, e se proprio non è possibile almeno non vanno aumentate .
     Poiché, evidentemente il Governo centrale si è reso conto delle difficoltà che con l’applicazione rigida di tale normativa di andavano a creare, ha introdotto, sempre con la stessa legge n. 147/2013, un comma con il quale si consente, in deroga alla regola generale, di limitare l’applicazione rigida dei nuovi criteri, introducendo un metodo cosiddetto  “semplificato”, che consente appunto di limitare il carico tassabile al solo costo della copertura del servizio di raccolta dei rifiuti con un aumento percentuale generalizzato, in sostanza si consente di spalmare la percentuale di aumento su tutti gli utenti determinando quindi un aumento generalizzato per tutte le categorie di circa il 22%.

      Con ciò determinandosi appunto un aumento circoscritto a tale percentuale, che è ben lontana dalla ipotesi sopra detta, che parte come visto dal 41 % fino al 252 %.
      Ebbene davanti a tale possibilità l’amministrazione D’Ottavio non ha voluto neppure accettare un confronto, chiudendosi sui propri criteri e schemi, si era infatti proposto di rinviare il punto, (almeno) verificare quanto affermato, e poi riproporre una nuova delibera, ma tale proposta è stata rigettata, limitandosi a comunicare di aver previsto, in ipotesi di nuovi indici al ribasso di applicarli.

      Ma non solo, davanti a tale ingiustificata quanto incomprensibile decisione di rigetto del richiesto rinvio, proprio per cercare di limitare i danni che tale deflagrante regolamento andrà a causare, sono stati proposti degli emendamenti tendenti alla tutela delle categorie più deboli o di limitazione di tassazione per casi palesemente evidenziabili (es non considerare prima casa all’anziano che si trova in un ricovero permanente, non considerare prima casa a quella che il padre fa utilizzare al figlio per abitarvici, non considerare prima casa quella dell’emigrante che risiede all’estero per motivi di lavoro ma ha casa ad Ortona, oppure non tassare gli immobili che privi di utenze non sono utilizzati e quindi non producono rifiuti ecc…), ebbene tali emendamenti, seppure con il parere favorevole del dirigente del settore finanziario, sono stati bocciati dalla maggioranza.

     Le ricadute negative in termini economici sul territorio di tale decisione saranno devastanti, in un periodo di crisi di tutti i settori economici, in un territorio devastato dalla disoccupazione, specie quella giovanile, dove non una sola azienda è rimasta indenne da licenziamenti cassa integrazione mobilità ecc. ecc. e dove ora, con una scellerata politica di disattenzione, si sta anche scardinando quel poco di turismo che c’è sempre stato, vedi sul punto la gestione e perdita della Bandiera Blu, questo nuovo colpo all’economia che colpisce particolarmente il commercio e l’artigianato, proprio non ci voleva.

     La mala fede di chi amministra è evidenziata anche dal fatto che nell’autocelebrazione mediatica attuata sull’argomento, guarda caso, di tutto si parla, facendo riferimento a eventuali benefici, che sono quelli previsti dalla legge nazionale, fuorché della TASI, che è la tassa che incide sul tessuto produttivo del territorio, andando a colpire oltre alle residenze anche e soprattutto le attività commerciali.   
                                                                                                           Tommaso Cieri

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