Il finto gioco dei Pokemon per PS1 che circolava nei primi anni ‘2000

15/12/2022
Attualità
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Se siete cresciuti intorno alla metà degli anni ‘90 è probabile che anche voi abbiate vissuto il lancio della PlayStation 1, la prima console da gioco al mondo. I lettori più attempati sicuramente ricorderanno il grande entusiasmo legato a quel periodo in cui finalmente nasceva la primissima generazione di videogiocatori. 

Fino al 1997, infatti, non era così scontato che in ogni casa vi fosse un PC, dal momento che il medium principale che accompagnava le nostre giornate era la televisione e non avevamo nemmeno la possibilità di utilizzare piattaforme di gioco online come casino.netbet.it. Il lancio della PS1, da questo punto di vista, ha rappresentato una profonda rivoluzione e ha inaugurato una nuova modalità di intrattenimento fino ad allora sconosciuta. 

Il videogioco dei Pokemon

Proprio in questo periodo lo svago più grande per i videogiocatori era quello di raggiungere, ogni domenica, le bancarelle o i negozi di videogiochi alla ricerca di nuovi suggestivi titoli da giocare. Qualcuno ricorderà ancora che, in un determinato periodo, cominciò a circolare proprio in questi bazaar e negozietti di strada un CD-Rom che pretendeva di essere il videogioco ufficiale dei Pokémon. 

La copertina riportava l’immagine di un Pikachu su uno sfondo rosso e questo già bastava per un giocatore dell’epoca a ritenere che si trattasse di un’opera autentica. Ai tempi non era così semplice raggiungere internet, e non sempre era possibile informarsi e fiutare le fregature. 

O forse, cosa più probabile, quei pochi che sono riusciti ad entrare in possesso di quel Cd-Rom hanno voluto consapevolmente illudersi, pur sapendo benissimo che la casa di produzione dei Pokemon non aveva mai annunciato un videogioco ufficiale. Insomma, una volta tornato a casa con il disco tra le mani, come facilmente intuibile, il videogiocatore dell’epoca si sarebbe immediatamente disilluso scoprendo che in realtà all’interno del videogioco di Pikachu, come di nessun altro mostriciattolo tascabile, non vi era alcuna traccia. 

Rescue Shot 

Se la memoria non inganna, il gioco era disponibile in lingua inglese o giapponese e permetteva di vestire i panni di un coniglietto rosa di nome Bo. Si trattava, insomma, di un videogioco che non aveva nulla a che vedere con i Pokemon e prendeva il titolo di Rescue Shot. Il titolo, prodotto dalla Namco, con tutta probabilità deve essere stato messo in circolazione come “il gioco dei Pokemon” proprio per la somiglianza tra il coniglio Bo e Pikachu. 

Dopo un primo momento di disillusione, con grande sorpresa, il gioco sembrava piacere moltissimo ai videogiocatori dell’epoca. Sono pochi gli utenti di quegli anni che hanno avuto la fortuna di cadere nei vari inganni orditi dai venditori ambulanti o dai negozietti di videogiochi, ma chi ricorda tutte le fregature che questi hanno rifilato ai videogiocatori di provincia non può che averne una grande nostalgia. 

Il brivido della scoperta 

Oggi, per fortuna o purtroppo, se qualcuno provasse a vendere un videogioco del genere verrebbe sbugiardato immediatamente con un fact checking sulla rete. Eppure è difficile ricordare senza un briciolo di nostalgia la grande felicità con cui si tornava a casa con un nuovo videogioco tra le mani, senza avere la minima idea di cosa ci aspettasse. Proprio per questo, sarebbe bello poter conoscere l’identità dell’ideatore di questa simpatica sòla degli anni ‘90. 

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